CAPACI di TUTTO, col TRITOLO, la SIRINGA e la BOMBA

Capaci di tutto, lo vediamo da anni. Capaci, morte della 2^Repubblica, cioè quanto rimasto dopo Aldo Moro; Capaci, culla dell’oligarchia autocefala, metastatizzata per cooptazione, infetta. Andreotti cadde nella propria trappola. Giustizia e magistrati non diventino ancora una volta capri espiatori dell’oligarchia autocefala. Capaci di tutto, col TNT, la siringa e la Bomba. Capaci di tutto. (Pubblicato pure su https://bit.ly/3G7oPE2)

“23 Maggio”, un’altra data come 16 Marzo nell’interminabile – ancora in corso, sia chiaro – sequela di stragi, come a Mogadiscio, anzi peggio, perché lì sanno d’essere all’inferno; noi presumiamo di patire tutt’al più in Purgatorio.
Un amico uotsappa che il 20 Maggio, alle 21.00, SkyTg24 trasmette “Attacco Allo Stato”, in ricorrenza di Capaci. Gli rispondo: «Il titolo è giusto; vedremo se sarà nella giusta direzione. Fu un attacco alla Seconda Repubblica. La morte di Falcone consentì al Partito della Sinistra e a Manette pulite di spadroneggiare. Andreotti cadde nella sua stessa trappola».
Spero che la trasmissione non si risolva nel consueto litigio fra magistrati, schierati sul ballatoio d’un palazzo di Giustizia, tenuto nonostante tutto in piedi da tanti volenterosi loro colleghi. Insomma, Giustizia e magistrati non diventino ancora una volta capri espiatori dell’oligarchia autocefala. Non serve un referendum a pulire la Costituzione imbrattata dagli oligarchi, occorre il loro sangue.
Per quanto mi riguarda, la Seconda Repubblica è quanto rimase dell’Italia fra dopo la morte di Aldo Moro (in agenda ben prima del 16 Marzo 1978) fino a Capaci. Non ce ne eravamo accorti a Capaci si costituì un’oligarchia per cooptazione. Capaci di tutto.
Antefatti di Capaci
Il 28 Aprile 1992 Francesco Cossiga lasciò il Quirinale, rifugiandosi in Irlanda. Tirava una brutta aria, non solo per lui. Il 7 Febbraio, Gianni De Michelis, socialista di stretta osservanza americana, firmò il trattato di Maastricht, col quale mise definitivamente il nostro destino nelle mani dei banksters. Il 12 Marzo fu ucciso Salvo Lima, braccio destro del sinistro Giulio Andreotti.
Ci fu tuttavia chi più sinistro. Pochissimi ormai ricordano che Giovanni Falcone, a fine luglio 1989, sollecitò il governo Andreotti VI, appena insediatosi, a fare qualcosa perché scadevano le carcerazioni preventive dei mafiosi del maxi processo, impostato con Paolo Borsellino. All’ultimo minuto Andreotti varò il decreto proposto da Giuliano Vassalli, ministro di Grazia e Giustizia, raddoppiando la carcerazione preventiva per gli imputati di associazione mafiosa.
Chi si oppose aspramente in parlamento al decreto? Toh, Luciano Violante, braccio destro del sinistro Achille Occhetto. Il decreto passò nonostante l’opposizione sinistra; i mafiosi restarono in carcere. Il processo istruito da Falcone e Borsellino andò in aula.
Antonino Caponnetto lasciò la poltrona di giudice istruttore a Palermo nel 1988. S’illudeva che gli sarebbe succeduto il suo allievo preferito, Giovanni Falcone. Il CSM scelse Antonino Meli. Determinante il niet delle correnti sinistre nel CSM.
Capaci iniziò prima del 1992. Achille Occhetto, già segretario regionale del PCI siciliano dal 1969 al 1971, conobbe il peso di Palermo per la Democrazia cristiana e per Giulio Andreotti.
La taranta siciliana ripartì dagli «omicidi eccellenti», nel 1989, quando tale Giuseppe Pellegriti riferì al pm bolognese Libero Mancuso che Piersanti Mattarella fu ucciso con la benedizione di Giulio Andreotti e Salvo Lima. Come dubitarne? Falcone dubitò al contrario di Luciano Violante, sull’Unità: «Siamo vicini a una verità pericolosa che può squarciare il sipario che sinora ha nascosto gli assassini di Palermo».
Falcone andò a interrogare Pellegritti, lo inchiodò alle sue falsità e lo incriminò per calunnia. Flop. Violante senza arrossire disse a Falcone «precipitoso».
Febbraio 1991, quindici mesi prima di Capaci. Falcone chiuse le indagini sui delitti eccellenti: Mattarella, Michele Reina e Pio La Torre. Mosse accuse alla DC e, incredibile a dirsi, anche al PCI. Chi voglia comprendere come andarono le cose per il galantuomo Pio La Torre, può leggerlo qui. Il Corriere della Sera titolò: «L’antimafia accusa i comunisti». Strilli dalla culla del neonato Partito Democratico della Sinistra – Pds, innocente reincarnazione dell’impresentabile PCI.
Fu l’ultimo atto giudiziario di Giovanni Falcone a Palermo; l’aria era pesante. Accettò di dirigere gli Affari penali al ministero. Il CSM lo processò intanto per l’esposto di Leoluca Orlando (Cascio) e altri esponenti di La Rete. Il Partito Democratico della Sinistra, definì Falcone «andreottian-martelliano».
Falcone da via Arenula propose la costituzione della “Procura Nazionale Antimafia”. Il primo progetto fu troppo dipendente dal governo e venne bocciato anche da Paolo Borsellino. Cambiata la legge, tagliati i legami col governo, nacque la “Direzione Nazionale Antimafia”.
Il PDS marciò compatto per impedire a Falcone di diventarne il primo direttore. Secondo l’Unità: «Non può, troppo legato al ministro Martelli: non è più indipendente».
I nemici di Falcone furono PDS, “La Rete” di Leoluca Orlando Cascio, Rifondazione Comunista e i gesuiti di Palermo, schierati compatti contro Falcone e contro Borsellino.
La guerra finì, come si sa, il 23 Maggio 1992, anzi no, termino in via D’Amelio il 19 Luglio, con due nemici santificati.
Andreotti cadde nella sua stessa trappola
Cosa Nostra uccide se è strettamente necessario e altrettanto conveniente. Nessuno spiega quale imminente pericolo costituisse Giovanni Falcone per Cosa Nostra, per fare un botto così rumoroso, a Capaci, quando sarebbe stato infinitamente più facile e discreto farlo a Roma, ogni sera quando usciva dall’ufficio in via Arenula.
Capaci ebbe tre mani (Cosa Nostra, Giovanni Brusca e un’altra ignota) e almeno due scopi: la morte di Falcone e la fine dei sogni quirinalizi di Andreotti. Perché contro Andreotti? Per il decreto del 1989? Questa è la solita disinformazione. Non diciamo stupidaggini.
Il procuratore generale russo dell’epoca, Valentin Stepankov, indagava sull’enorme massa di denaro, mandato dalla morente Unione Sovietica di Michail Gorbačëv riciclarsi in Italia e in Germania.
Il denaro, ripulito – pagata e spartita la più grande tangente della storia – tornò nelle tasche degli oligarchi committenti. Cosa Nostra aveva parte non trascurabile nella faccenda. Valentin Stepankov venne in Italia pure per testimoniare sui finanziamenti sovietici al Pci e sui collegamenti fra il Pcus e le Brigate rosse.
Perché Un Delitto Eccellente
Giugno del 1992. Falcone era morto da un mese, Borsellino lo sarebbe stato a breve. Stepankov disse che il gruppo dirigente del PCI sapeva dei soldi e chiedeva a Mosca l’addestramento speciale di alcuni militanti. Stepankov fece scalpore, non risparmiò i papaveri del PCI, da Enrico Berlinguer a scendere.
Il procuratore generale russo disse: «I documenti relativi ai finanziamenti e al resto di cui si occupa ora la magistratura italiana sono stati tutti da me consegnati alla Procura di Roma così come era stato richiesto dal giudice Giovanni Falcone durante una sua recente visita a Mosca». Era quindi un giorno imprecisato del 1992, prima di Capaci.
Un delitto eccellente si compie se tutte le parti in causa concordano. I capataz russi volevano fare soldi. Gli USA lavoravano d’amore e d’accordo col partito delle Mani Pulite che dette buona prova di sé coi missili, sotto i quali si sentivano più sicuri e, visto che c’erano, anche più ricchi. Oggi la ghenga è tutta schierata infatti col Dipartimento di Stato che li assoldò, con buona pace del galantuomo Pio La Torre, dai bei tempi di Comiso. I compagni schierati contro Mosca. La storia è davvero buffa e se Vladimir Putin tirasse fuori oggi le carte ci sarebbe da divertirsi ancora di più. Se non le tira fuori è perché vuole divertirsi solo lui.
I denari moscoviti non potevano transitare senza la complicità di tutti gli interessati e dei soggetti finanziari internazionali, già imperversanti in Italia e in Europa. Andreotti (non comprese che?) inviando Falcone a Mosca in quel “giorno imprecisato del 1992”, isolava se stesso e i giudici Falcone e Borsellino. I due giudici furono isolati e uccisi. L’omicidio fu condotto in modo da sbarrare la strada del Quirinale ad Andreotti.
Un omicidio eccellente non si fa senza l’assenso di tutte le parti in causa.
Le parti in causa in quel momento sono: USA, Russia (Yeltsin, prosecuzione di Gorbačëv con altri mezzi), mafia, le grandi famiglie italiane, Berlusconi outsider, il Partito Democratico della Sinistra (PDS), nato il 3 Febbraio 1991.
Andreotti è meno visibile, sebbene sia consapevole di doversi muovere dopo la morte di Salvo Lima, sparato a Mondello il 12 marzo 1992.
Andreotti, affidando a Giovanni Falcone, l’investigazione sui denari russi, in corso di lavaggio fra Russia e Italia, ha istantaneamente saldato gli interessi di tutte le parti in causa contro Giovanni Falcone. Fu peggio che un crimine, fu un errore. Capaci di tutto, i loro nemici. Le stragi non sono terminate, con le siringhe, coi fucili o con la “bomba”. Capaci di tutto, non dimenticatelo, col TNT, la siringa e la Bomba.

 

 

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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3 risposte a CAPACI di TUTTO, col TRITOLO, la SIRINGA e la BOMBA

  1. luciano prando scrive:

    caro piero come sai bene mi metto nella posizione dell’entomologo, cerco di descrivere l’alveare così come mi pare sia non come vorrei che fosse….la nostra civilizzazione occidentale, una porzione molto minoritaria del brulicante globo, è quasi sempre stata capace di predare con la violenza (le guerre) tutto quello che ha voluto grazie alla capacità tecniche superiori a tutti gli altri, non solo nelle armi ma nei mezzi di trasporto, lo sfruttamento della natura, l’invenzione delle macchine, del denaro, del capitalismo, dell’organizzazione…..al suo interno dei gruppi minoritari (siano stati “casta nobiliare” o “casta capitalistica”) si sono impossessati con la violenza dei beni, concedendone parziale beneficio ai cooptati…..in alcuni stati i beni sono nelle mani di un ristretto establishment, in altri, come l’italia, i beni sono finiti nelle mani politiche, burocratiche, giuridiche, militari, un sistema di caste spesso degradate in bande, venendo a mancare la centralità cogente di comando ed interessi

  2. luciano prando scrive:

    commento sibillino: la civilizzazione occidentale è fondata sulla cooptazione mascherata da democrazia, usa la violenza predatoria fondata sulle sua superiore capacità tecnica nelle armi, i mezzi di produzione e la stamperia del denaro cioè la banca centrale usa….ci sono due forme di civilizzazione occidentaie: quella in cui i capitali sono nelle mani di un ristretto establishment che forma anche il personale politico, giudiziario, militare, quella in cui l’establishment non ha il controllo sui capitali, per i quali dipende dalle caste politiche, giudiziarie e militari che procedono alle proprie cooptazioni separate…..le entrate della cooptazione sono due: quella “funzionale” (si coopta chi è capace a mantenere alto il gap tecnologico con il resto del mondo), quella “servile” (si coopta degli abili obbedienti agli ordini dell’establishment)….l’Italia appartiene agli stati fondati sulle caste che, ovviamente, cooptano principalmente dei “servili”……fra qualche tempo avrete il testo completo

    • Piero Laporta scrive:

      La cooptazione da te descritta è quella della civiltà decristianizzata. Abbiamo buttato nella spazzatura le rivoluzioni d’ogni genere, le guerre e le guerre di decolonizzazione, per ritrovarci davanti a un impero prossimo venturo, decadente prima ancora d’essere fondato.

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