Valeria Solesin e gli imbecilli (and the Idiots)

fotoValeria SOLESIN, perché il funerale in Piazza San Marco? Why Valeria SOLESIN’s funeral in St. Mark’s Square in Venice? 

Solo Bartolomeo Colleoni ebbe funerali in quella piazza, 540 anni fa. La stupidità dilagante colpisce ancora, da tutto lo spettro politico. La stupidità è accelerata dal prosecco di questa Lega, che tuona la specificità della “Padania”, che secondo loro dovrebbe essere distinta dal resto d’Italia. Essi però dimostrano di essere ignoranti della propria storia e di quella di tutto il paese.
Cantano la Marsigliese, caudatari di quanti hanno saccheggiato i loro cervelli. Si auto assolvono dalla loro ignoranza mediante un funerale nella piazza usualmente dedicata al Carnevale. Un errore stupido così come la scelta della musica. Ignoranti e bestie.
Gli ultimi funerali in Piazza San Marco prima di Valeria SOLESIN furono per Bartolomeo Colleoni, cinque secoli e quattro decenni fa. Nemmeno Daniele Manin ebbe funerali in Piazza San Marco, sebbene fosse cattolico.
Manin fu illustre Padre e primo presidente della Repubblica di Venezia 1848, dopo andò in esilio a Parigi. Manin è morto nella capitale francese, come Valeria, tuttavia, per motivi -absit iniura verbis – di gran lunga più onorevole. Quando il corpo di Manin tornò a Venezia, dopo la Terza Guerra d’Indipendenza, il corteo funebre giunse dal Canal Grande, ma non si fermò in Piazza San Marco, come invece ha fatto quello di Valeria. I funerali di Manin si svolsero in una piazza non lontana, che da allora si chiama “Campo Manin”.
Prima di essere salvata da Manin, i feroci veneziani – progenitori degli odierni bellicosi camerieri, albergatori e carampane – cantarono la Marsigliese quando Napoleone nel 1797 arrivò dalla terraferma, con scarse truppe, già usurate dagli scontri con l’esercito dei Savoia. Il futuro imperatore aveva fretta di arrivare a Vienna: minacciò di bruciare le ville sulla Riviera del Brenta dei nobili veneziani se non avessero aperto la strada a Vienna.
Ostrega, Tocame tuto, no la vila, ciò“. Poi si arresero, cantando la Marsigliese, proprio come gli attuali avvinazzati.
Eccoli di nuovo, cantano la Marsigliese, caudatari di quelli che hanno saccheggiato anche il loro cervello. Si sono auto assolti dalla loro ignoranza celebrando un funerale nella piazza solitamente consacrata al Carnevale. Un errore stupido come la scelta della musica. Ignoranti e bestie.
Avete conosciuto Beethoven ascoltando un po’ di pubblicità? Per un funerale dovrebbe essere migliore il secondo movimento della Settima. Oppure si potrebbe lasciar fare alla Sinfonia Concertante del divino Mozart, il secondo movimento. Mozart la scrisse per la morte di sua madre. Questo sarebbe era stato sufficiente per Valeria e per la retorica con cui è stata sepolto.
Avete preferito strimpellare un “Inno alla gioia” volgare, l’inno della paranoia che sta alla vostra ignoranza come la Marsigliese al vostro servilismo. Oh, possiamo immaginare, l’UE … uccide figlie e figli nostri più di ISIS. La santa alleanza UE, mefitica loggia dei piccolo borghesi veneziani e nazionali; essi godono la violenza che subiscono, un festival di masochismo politico-sociale, una Arancia Meccanica nazionale, ma ancora agli inizi.
Che dite? Era un dovere allineare i nostri signori del potere in Piazza San Marco, con i pantaloni calati? Quindi, insistete con le sciocchezze. Avete scarsa memoria, siete il Potere corretto all’Alzheimer. Solo poche settimane fa, ignoraste i poveri italiani assassinati nel Museo del Bardo di Tunisi. Sono morti a causa dei terroristi, in un luogo di vera cultura, non partecipando a un concerto di metallari strafatti. Idioti!
Che cosa ha fatto il figlio di Bernardo Mattarella? Si è schierato in Piazza San Marco per Valeria cantando la Marsigliese. Che cosa ha fatto per la povera Rita Fossaceca? Ha speso solo un minutino di un banale silenzio, dopo aver cantilenato fumosi luoghi comuni circa i volontari. Anche la signora Boldrini è stata in grado di dire parole più interessanti.
Rita Fossaceca, un medico volontario, ucciso in Kenya, fatte le debite proporzioni, avrebbe meritato il funerale in Piazza San Pietro. Tuttavia, data la solita imbecillità ora volteggiante anche sul Vaticano, è preferibile che Rita sia stata onorata nella sua Novara, nella Cattedrale, in una vera chiesa, con una Santa Messa, attraverso vere preghiere, lontano da quel ridicolo patriarca del nulla.
Idioti, cantate la vostra Marsigliese, battete le mani al ritmo dell’inno della paranoia, l’acufene nelle vostre teste vuote, ispirato dalle tasche piene, grazie alle nostre tasse.
ISIS fa meno danni di voi, e un funerale grottesco e retorico non basta per dimenticarlo.

Only Bartolomeo Colleoni had his funerals in that square, 540 years ago! Rampant stupidity strikes again, and it comes from across the political spectrum. This stupidity is accelerated by the “bubbly” prosecco wine of this Lega Nord (Northern League), thundering the exceptionalism of the “Padania” (Po River Valley), which according to them should be distinguished from the rest of Italy. They however have proven to be ignorant of their own history and of that of the entire country.
They sing the Marseillaise, bunch of load bearers for those that have plundered their brains. They self absolve their ignorance by way of a funeral in the square usually dedicated to the Carnival of Venice. A stupid mistake compounded by the choice of music. Ignoramuses and animals.
The last funeral in St. Mark’s Square before Valeria SOLESIN’s was for Bartolomeo Colleoni, five centuries and four decades ago. Not even Daniele Manin had his funeral services in St. Mark’s Square even though he was a Catholic.
Manin was the Founding Father and first president of the 1848 Republic of Venice; later he went into exile in Paris, and died in the French capital, just like Valeria, but for reasons far more honorable – absit iniura verbis (the words remove the injury). When Manin’s body was returned to Venice after the Third War of Independence, the funeral procession arrived by way of the Grand Canal, but did not stop at St. Mark’s Square, as Valeria’s did. Manin’s funeral took place in a square not far from St. Mark’s, which has been called “Campo Manin – Manin Field” ever since.
Before being rescued by Manin, the fierce Venetian people – ancestors of today’s bellicose waiters, hotel keepers and “old bags” – sang the Marseillaise when Napoleon arrived from the mainland in 1797, with few forces and already worn down by battles with the Savoia troops. The future emperor was in a hurry to get to Vienna: he threatened to burn the villas of the Venetian nobles on the Brenta River banks if they did not open his way to Vienna.
Ostrega, tocame tuto no la vila, ciò” (Damn, take what you want but don’t touch my villa). So they surrendered, singing the Marseillaise, just like today drunkards.
Here they are again, singing the Marseillaise, load bearers for the ones that have even plundered their brains. They self-absolve their ignorance celebrating a funeral in the square usually reserved for the Carnival. An utterly stupid mistake as was the choice of music too. Ignoramuses and beasts.
Did you get to know Beethoven listening to the music in some advertising? The second movement of the Seventh Symphony would be better for a funeral. Or else you could leave it to divine Mozart’s Sinfonia Concertante, second movement. Mozart wrote it for the death of his mother. This would have been enough for Valeria and for the rhetoric with which she has been buried.
You preferred strumming the vulgar “Ode to Joy”, the anthem to paranoia which is directly related to your ignorance as the Marseillaise is to your servility. Oh, we can imagine, the EU … it kills our sons and daughters more than ISIS does. The unholy EU alliance, corrupt dwelling of Venetian and national petit bourgeois; they enjoy the violence inflicted on them, a festival of sociopolitical masochism, a national “Of Clockwork Orange”, but which is only beginning.
What do you say? That it was necessary to line up the powerful in St. Mark’s Square, and with their pants down? So you insist on uttering this nonsense. You have a poor memory; you are the Power elevated to the Alzheimer level. Only a few weeks ago you ignored those poor Italians assassinated in the Bardo Museum of Tunis. They died because of terrorists, in a place of true culture, not participants in a blazing full metal “music” concert. You idiots!
What did the son of Bernardo Mattarella do? He was lined up in St. Mark’s Square for Valeria as well, singing the Marseillaise. What has he done for poor Rita Fossaceca? He spent less than minute in a modest, banal silence, after having chanted smoky, empty words about volunteer workers. Even Ms. Boldrini (President of the Italian House of Representative) pronounced more appropriate words.
Rita Fossaceca, a voluntary doctor recently killed in Kenya, in due proportion, would have deserved a funeral in St. Peter’s Square. However, given the usual imbecility now hovering even over the Vatican, it is better that Rita was honored by her city, Novara, where she lived; inside the Cathedral, inside a real church, with a Holy Mass, through real prayers, far from that ridiculous patriarch of the “nothing”.
You idiots, sing your Marseillaise, clap your hands to the rhythm of the hymn of paranoia, of the tinnitus in your empty heads, inspired by your full pockets, thanks to our taxes.
ISIS does less damage than you do, and a grotesque and rhetorical funeral is not enough to forget it.

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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11 risposte a Valeria Solesin e gli imbecilli (and the Idiots)

  1. Antonio Comi scrive:

    Avevo notato anch’io le dichiarazioni vuote di emozioni dei genitori…e poi questa schizofrenia dei funerali di stato .Mi sono tornate chissà perché in mente le due cooperanti per le quali abbiamo sborsato 12 mil. di riscatto per la ” restituzione”…
    questo Stato ( perché i Governi non cambiano una virgola delle strutture ) è più votato alle celebrazioni che ai cambiamenti . Al nostro presidente ( che è anche un magistrato ) non gli passa nemmeno in mente di ridurre i tempi dei processi , che ci stanno affossando…mentre fanno ingrassare i giornalisti che quotidianamente ci propinano i soliti delitti con tanto di commentatori….Nè si preoccupano di snellire 200000 leggi e un parlamento che sembra una cavèa teatrale , un anfiteatro rispetto a quello inglese…dove ho visto i parlamentari “stringersi” per far sedere il vicino….

  2. Francesca Valenti scrive:

    Fantastico il tono livoroso, condiviso in pieno. Anzi, se devo essere sincera, avrei fatto di più, se solo ne fossi stata capace. Un grazie sincero.

    • Piero Laporta scrive:

      Grazie, però mi risparmi il “tono livoroso”. Ho giustificato, me lo concederà, in punta di fatto e di diritto, ogni sillaba della mia violenta ribellione (e se non è violenta che ribellione è?) all’oltraggio volgare d’un Potere politico oramai del tutto delegittimato da se stesso e dalla peculiare incapacità di stare con dignità nella storia del paese. L’amarezza e il disgusto che sento non possono trovare accenti da sermone curiale, come un generale (pensi un po’!) mi ha accusato – egli sì con livore – di non aver fatto.

  3. mauro marchionni scrive:

    il tono è un po’ eccessivo ma i concetti tornano.
    mi domando perchè nessuno degli spudorati servi del regime (i giornalisti) abbia fatto notare che il discorso del padre della povera ragazza era un po’ troppo asettico per essere stato fatto da un padre e assomigliava più a un comizio.
    il comizio di chi, pur colpito direttamente e terribilmente, non vuole assolutamente accettare l’ipotesi che le sue scelte politiche del passato andrebbero, se non modificate, almeno riviste e continua a predicare con assoluta sicumera idee che forse potevano essere accettate nella sua lontana gioventù ma che oggi fanno più che altro pena

  4. oscar scrive:

    I toni sono forti, ma sul concetto di fondo non possiamo non esserci. Si! …poi finisce che si “sbotta”.
    Da approfondire: “Erano sgomenti perché la morte li ha sfiorati: ciò non è previsto né ammissibile, secondo loro.”
    Questa cosa , penso che possa spiegare un sacco di altre cose.

    • Piero Laporta scrive:

      Caro Ugo, l’invettiva, non posso che concordare, va usata in dosi omeopatiche. Costoro tuttavia ci coprono di dosi industriali di letame. Adesso però li ignoro almeno per qualche giorno.

  5. Enrico scrive:

    “lontano da quel ridicolo patriarca del nulla”
    Bella definizione, me la rivendo appena mi capita.

  6. enrico delfini scrive:

    Avevo da subito segnalato il malvezzo di fare dei morti per terrorismo come a Parigi, dei “martiri”. Martire è testimone: è chi agisce sapendo di affrontare un rischio, e accettando il pericolo. Come la collega di Novara. E’ schifoso vedere le Istituzioni assecondare la piazza, presenziando a corrente alternata, secondo la popolarità e il tornaconto. Massimo rispetto per Valeria, ammirazione per la sua intelligenza, vicinanza ai genitori…ma perché “testimone”?

  7. enrico delfini scrive:

    1797.
    a parte il tono, un po’ troppo livoroso, condivido il concetto

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