Andreotti morto: vuoto colmato da tempo

iandret001p1Giulio Andreotti, ucciso Aldo Moro, iniziò il suo declino. Lentissimo dapprima, precipitoso dopo il 1989. [articolo di due anni fa, ancora valido]

In apparenza la sua fine è stata determinata dai processi che ne bloccarono le ambizioni quirinalizie, che pure avrebbe potuto soddisfare se Bettino Craxi non gli avesse preferito Oscar Luigi Scalfaro. Il socialista se ne pentì quando oramai era troppo tardi e dal Quirinale partivano gli strali che l’affondarono. Forse in quelle ore riconobbe l’errore di aver lasciato Aldo Moro al suo destino fingendo di difenderlo.

aldo moroTorniamo ad Andreotti. Divenuto senatore a vita, lasciato Bettino su una spiaggia tunisina, superati gli scogli giudiziari con pochi graffi, gettò le ancore al largo della politica, senza perderla di vista, controllando più che altro che non affiorasse troppo dal passato, preoccupato della damnatio memoriae, la sua e quella di Francesco Cossiga che gli assicurò il laticlavio.

È stato guardingo al punto da andarsene un mese dopo la sua più pericolosa ed efficace nemica, Margaret Tathcher, colei la cui ascesa verso i livelli più alti del potere iniziò nel 1978, anno della morte di Aldo Moro e di papa Luciani. Iron Lady lo detestava, generosamente ricambiata. Essa detestava tutto ciò che fosse cattolico. Mentre il divo Giulio parava i colpi giudiziari, la micidiale disinformazione del dossier Mitrokhin sottomise tutta la vecchia classe di ladri e traditori della Prima repubblica, con l’aiuto più o meno consapevole di utili idioti e farabutti della Seconda.

Quando uccisero Giovanni Falcone, Andreotti perse l’unico magistrato che aveva guardato il suo dossier senza pregiudizi ideologici.

Non ha voluto il funerale di Stato; una scelta che può indicare umiltà e discrezione nel momento supremo, come pure una sottile protesta verso quanti, sedicenti uomini di Stato, lo perseguitarono in nome e per conto di interessi di altri Stati e di impresentabili istituzioni.

Fu una colonna dell’Atlantismo. Quando Aldo Moro fu rapito per essere ucciso, Andreotti si prodigò attraverso i canali che gli erano più agevoli, quelli eclesiastici. Egli comunque fece  per Moro, suo avversario politico, di gran lunga di più di quanto fece finta di fare il colpevole Francesco Cossiga, sedicente amico dello statista pugliese.

Scomparso Aldo Moro, il suo atlantismo trascolorò lentamente verso un’acre avversione per quegli ambienti che oggi, lo sappiamo, sono all’origine di tutti i nostri guai. Il martirio della Iugoslavia lo trovò schierato dalla parte dei serbi. Oggi sappiamo che aveva visto giusto. Non fu mai membro di Bilderberg o altre simili consorterie, cui invece si prostituirono troppi fra quanti gli succedettero. Non fu l’unica differenza tra costoro e Andreotti: egli fu uno statista, gli altri sono omuncoli, come li vediamo, abbigliati da proconsoli prezzolati.

Sono numerose le malefatte di cui lo accusano anche in queste ultime ore. Di talune, poche, fu corresponsabile, non poche le tollerò, moltissime sono responsabilità altrui. Abilità sua sopraffina fu sovresporsi per le nefandezze di altri – come quando sostenne che l’attentato a Giovanni Paolo II aveva solo lo scopo di intimidirlo [leggi qui] –  rischiando poco o nulla, in quanto sostanzialmente estraneo ai fatti, tuttavia guadagnando alleati e sostegni, da tesaurizzare al momento opportuno.

craxiFu così anche con Stay Behind, la c.d. Gladio, che svelò quand’era già svelata e dalla Nato facevano finta di indignarsi. Il Partito Comunista  Italiano sarebbe stato grato al momento opportuno, egli presunse.

Fu il suo più grave errore, l’unico davvero grave e fatale. Fin dal 1978, mentre Aldo Moro era nella prigione delle Brigate Rosse, il PCI, le mani lorde di sangue, trescava con gli USA passando per Comiso [leggi qui],  senza interrompere le sodomie con Mosca.

E’ stato un grande e tuttavia non lascia un vuoto incolmabile. Quello lo lasciò Aldo Moro, comprendendo almeno venti anni prima di Andreotti e quando Andreotti era del tutto filo USA, che il mondo andava nella direzione sbagliata, verso una condizione che oggi vediamo e paghiamo; una condizioone che in un futuro prossimo potrebbe essere ancora peggiore.

No, il vuoto che lascia non è incolmabile, tutt’altro; fu colmato da tempo, come osserviamo e paghiamo nei giorni correnti. Non di meno i politicucci che s’agitano, appesi a fili oramai visibilissimi, sono l’infinitesimo di quanto egli fu.

Egli prese tanto dalla politica e restituì non poco al paese, esattamente il contrario di quanto fanno i pagliacci al potere nell’ultimo ventennio.

Diciamogli grazie per i suoi tanti crediti e lasciamo che Dio abbia pietà dei suoi, speriamo pochi, debiti. 

[articolo di due anni fa, ancora valido, la cui lettura è opportuna per comprendere quanto accade ora, persino le bufale sul caso Regeni]

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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9 risposte a Andreotti morto: vuoto colmato da tempo

  1. David Parrini scrive:

    Concordo al 100%. Non stento a definirmi moroteo. La vecchia repubblica (scusate il francese) dava il culo ai nostri padroni liberatori ma chiedeva il pagamento della marchetta, la nuova repubblica da il culo aggratis…. istitori oltreoceano e più nascostamente oltremanica con il passaporto italiano

    • Piero Laporta scrive:

      Mi pare una descrizione realistica quanto sintetica. Occorre tuttavia ricordare che la berlingueriana “terza via” ha portato a questo.

      • David Parrini scrive:

        La bravura “equilibrista” di Berlinguer fu quella di portare il PCI fuori dalla sfera di influenza dell’URSS (pur tenendosene i denari) riuscendo a porre un freno a idioti come i secchiani e ad opportunisti come la militanza “rigorosa” e anche per “tutte le stagioni” dal nostro “benamato” ex capo dello stato. Tutto ciò però non deve farci dimenticare che Berlinguer era allo stesso tempo anche massone.

        • Piero Laporta scrive:

          Una quantità di massoni eminenti non ha le responsabilità del cugino di Cossiga. David, lasciamelo dire: chissenefrega della massoneria. Berlinguer ha ucciso Moro, insieme a Cossiga e altri, questo è il punto da non trascurare. Ucciso.

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  3. Federico scrive:

    Bell’articolo. Al di là di qualsiasi giudizio che se ne può avere, non si può negare la grandezza politica di Adreotti, che svetta come un gigante davanti agli eunuchi degli ultimi decenni. La politica filo-araba di Andreotti è comunque il futuro dell’italia, da riesumare non appena ci saremo liberati di USA, Berlino, Trilateral, etc.

  4. Fedro scrive:

    Un ricordo esemplare. Lui penso’ sempre di poter usare il Pci di Berlinguer. Che degli USA era, ed è, diretta emanazione. E invece loro usavano lui, specie in Sicilia. Avrebbe potuto dimettersi e mai firmare la vergognosa legge 194. Non lo fece. Tutto gli crollo’ addosso dopo.

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