SE NE VADANO TUTTI

È inutile farsi illusioni. Il paese sta andando a rotoli. Questo governo e i suoi sostenitori, palesi e occulti, non hanno a cuore l’interesse italiano. Questo vale anche per Berlusconi, il quale, nel momento in cui doveva assumersi le sue responsabilità e difendere il suo paese s’è finto pazzo per non andare in guerra. S’è comportato come un folle, sfuggendo alle sue responsabilità; sfogliando la margherita “Monti sì, Monti no”, cerca di riaccreditarsi pensando che la bufera sia passata con la morte dell’amico tradito, Gheddafi.

E’ finito, la sua credibilità è meno di zero. Ha compromesso la sicurezza del paese. Taccia e vada via, ma non da solo. Si sono create situazioni che non passano senza lasciare il segno.

Come dice Enrico Magnani Manoja, nel suo editoriale di questa settimana su Il Mondo, “le classifiche, di solito lasciano il tempo che trovano”. Egli addita una graduatoria molto autorevole, diffusa dal Legatum Institute di Londra che ci colloca, per la prosperità, “al 33esimo posto in graduatoria, preceduti da Stati che un tempo non si sarebbero nemmeno avvicinati all’Italia”.

L’Italia fra i paesi del Terzo Mondo (clicca per ingrandire)

L’analisi di Manoja è molto interessante e ne suggerisco la lettura, ma a mio modesto avviso la situazione è ben peggiore di quella già tristissima da lui descritta.

Mario Monti, colui che strutturò il nostro debito pubblico nel lontano 1981, mettendoci nelle mani delle avide banche statunitensi, non manca di ripetere a ogni pié sospinto che i risultati del suo governo sono apprezzati più all’estero che in Italia.

La graduatoria riferisce al 2010; il Legatum presenta analisi coi dati di due anni prima, dunque siamo in piena era Berlusconi. Una domanda tuttavia affiora, prima che il Legatum risponda nel 2014: stiamo meglio ora o due anni fa? La graduatoria che sarà diffusa nel 2014, continuando la cura Monti-Fornero-Passera, ci sposterà dalla zona gialla del Terzo Mondo alla zona rossa, nell’Africa centro meridionale, là dove almeno arrivano gli investimenti cinesi.

Stiamo meglio ora o due anni fa? Ecco perché è bene che se ne vadano tutti. Non lo faranno, è ovvio, ma questo sarebbe fare il bene dell’Italia. Costoro, nessuno escluso, anche quelli che dicono di non volere un Monti bis, in realtà perpetuano questo sistema. Finché non andranno tutti via non muterà nulla se non in peggio, esattamente come sta accadendo. Finché non viene un vero  capo di governo deciso a spazzare via l’alta dirigenza dello Stato parassitaria, dissipatrice e venduta a interessi esterni, non muterà nulla se non in peggio, esattamente come sta accadendo. Finché non avremo un presidente del Consiglio disposto a rischiare la vita pur di rompere i denti ai vampiri europei e nord americani non muterà nulla se non in peggio, esattamente come sta accadendo.

Guai a illudersi che da questa catastrofe ci possa salvare uno qualsiasi dei politici oggi in circolazione: essi ci hanno condotto in questo inferno e i più giovani fra loro, proprio quanti ostentano verginità rifatte – dopo aver tirato la volata alle regioni rosse del centro nord, le più dissipatrici della storia economica d’Italia  – sono peggiori e più famelici dei più vecchi già arricchitisi alle nostre spalle. È inutile e pericoloso farsi illusioni.

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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5 risposte a SE NE VADANO TUTTI

  1. Ghilgamesh scrive:

    Se ragionassimo in termini di pari condizioni allora tutto sarebbe possibile. La veritá ainoi é che viviamo in un giuoco democratico e non in democrazia.
    Fino a quando non ci sará una maturazione piú ampia della popolazione le scelte prese in maggioranza saranno sempre poco avvedute e i professionisti del plagio e dell’indottrinamento avranno gioco facile. Un popolo capace di autogovernarsi dovrebbe riconoscere la necessitá di impegnarsi ognuno per il bene comune, disciplinare il proprio ego e non fare agli altri ció che non si vuol subire. Tutti lo vorremmo e sarebbe pienamente praticabile se ci considerassimo capaci.

  2. Elio Paoloni scrive:

    > “Finché non viene un vero capo di governo deciso…”

    Credo che siamo tutti d’accordo su questo (non proprio tutti che, anzi, vedo molti intestardirsi a scavare nella melma per cercare il male minore, come ai vecchi tempi, come se bastasse questo, turandosi non solo il naso ma pure gli occhi e le orecchie). Il punto dolente, irrisolto, taciuto, sta nella parolina “viene”. Viene come? Di solito nel Bel Paese ce li mandano. Dato il quadro, chi potrebbe venire, e soprattutto come? Questi si stanno aggiustando la legge elettorale su misura, chi c’è c’è, chi non c’è non c’è. Padri di famiglia (anzi nonni di famiglia, che ormai siamo tutti vecchi e i più tartassati sono i più vecchi) marcianti su Roma non me ne immagino. Allora?
    Dobbiamo augurarci un golpe? Forse sì. Ma i colonnelli sarebbero poi così indipendenti? Davvero nessuna sudditanza? Leggendo interviste come quella al Generale Camporini, che necessita di astronavi per affondare i gommoni dei pirati della Malesia (Capitan Schettino contro Sandokan, prossimamente al cinema) mi sorgono forti dubbi. Qui non si muove foglia che la concertazione dei servizi stranieri non voglia.

  3. Adolfo Zauli scrive:

    Concordo con l’analisi, Ma, chiedo e mi chiedo, la soluzione qual’è, se c’è? Il M5S, seppur “turandosi il naso”, non foss’altro che per contribuire ad una bella ramazzata? Sempre sperando che non si tratti, come talvolta penso, di una versione nostrana delle “rivoluzioni arancioni” promosse dal Dipartimento di Stato dei cari amici d’oltreoceano.

    • Piero Laporta scrive:

      Se non ci pensa Nostro Signore, siamo perduti e rimarremo nelle mani di banditi da strada.

      • PaoloZ scrive:

        Questo commento mi ha fatto venire in mente S. Agostino che ne “La città di Dio” dice :

        “Se non è rispettata la giustizia che sono gli stati se non delle grandi bande di ladri”.

        E a dirla tutta, viene da dire che : bande di ladri peggiori di quelle che ci hanno governato negli ultimi anni…che tali si sono rivelate ahinoi!

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