Mafia Capitale, Roma descritta in tutto il mondo come un covo di mafiosi. Eppure tutti si chiamano fuori. La “destra” accusa la “sinistra” e viceversa. Non c’è né destra né sinistra nel regime spartitorio che ha dissipato a Roma 1miliardo e 300milioni di euro.
Berlusconi taccia perché sostenne lo squallore di Gianni Alemanno. Renzi taccia: è sconcio il suo cinico istrionismo a sostegno d’un indifendibile Ignazio Marino.
Confisca dei beni dei corrotti sino alla terza generazione: a loro, ai loro figli e ai loro nipoti.
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La giustizia cominci dal recupero del maltolto
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A tal proposito, si cita quanto riferito da BUZZI a CAMPENNÍ nel corso del dialogo censurato il 20.4.2013, dove, per rimarcare il potere esercitato da CARMINATI riportava un episodio in cui, nel corso dei lavori presso il campo nomadi (di Castel Romano e di cui si è già ampiamente parlato nelle precedenti richieste, ndr), avendo superato il tetto di spesa inizialmente fissato, quest’ultimo sarebbe intervenuto direttamente sul capo segreteria del sindaco Antonio LUCARELLI per ottenere l’erogazione di un nuovo credito, pari a “trecentomila” euro: “allora praticamente bisognava parlà col suo capo segreteria, quello che ha ammazzato dall’inizio, un Padre Eterno…allora chiamiamo Massimo e faccio “guarda che qui c’ho difficoltà a farmi fa’…i trecentomila euro” me fa< me richiami> visto c’ha il telefono…su quel telefono parla solo lui, me fa dice <va in Campidoglio, alle tre, che scende Lucarelli e viene parlare con te> ho fatto “a Massimo ma io nemmeno salgo su, no.. quello scende giù!?” <vai alle tre lì, tranquillo>, aò alle tre meno cinque scende, dice <ho parlato con Massimo, tutto a posto domani vai..> aò tutto a posto veramente! C’hanno paura de lui c’hanno paura che cazzo devono fare qua..”.
Proprio in relazione al ruolo centrale rivestito in seno all’organizzazione, CARMINATI riforniva TESTA, BUZZI e PUCCI, i suoi collaboratori più stretti, di apposite utenze cosiddette “dedicate”, ovvero intestate a terzi e cambiate periodicamente al fine di eludere eventuali attività di intercettazione nei loro confronti. Le attività investigative hanno inoltre dimostrato come CARMINATI si servisse anche delle cooperative riconducibili a Salvatore BUZZI, per accedere, attraverso un sistema di false fatturazioni emesse da società compiacenti, alla propria parte di guadagno derivante dalle illecite attività condotte dal sodalizio. In particolare, dalle attività tecniche svolte all’interno degli uffici della Cooperativa di via Pomona 63 (RIT 8416/13), è emerso come CARMINATI partecipasse attivamente alle riunioni presiedute da BUZZI, fornendo valutazioni ed indirizzando le decisioni strategiche inerenti alla compagine societaria oggetto dell’indagine. Sono le stesse parole di BUZZI e CARMINATI a corroborare l’ipotesi secondo cui la partecipazione di quest’ultimo alle dinamiche societarie fosse legata ad un tornaconto di carattere economico, in gran parte lasciato in custodia dello stesso BUZZI all’interno delle disponibilità patrimoniali delle società di quest’ultimo allo scopo anche di finanziarne le relative attività imprenditoriali. A titolo esemplificativo, si riportano i contenuti delle intercettazioni maggiormente significative:
- il 20 aprile 2013, BUZZI, rivolgendosi a Giovanni CAMPENNI’, spiegava il contributo economico elargito da CARMINATI per i lavori eseguiti presso il campo nomadi di Castel Romano: “… perché a me ‘na grande mano me l’ha data… per quel campo nomadi me l’ha data Massimo perché un milione e due, seicento per uno chi cazzo ce l’ha un milione e due… cash”;
- il 20 giugno 2013, BUZZI, commentando con la GARRONE i lavori del “campo F” di Castel Romano, le spiegava: “Ottantanove iva inclusa…metti ottantacinque…trentacinque se li pija Massimo…quindi Massimo s’è ripreso trenta per cinque…trentaci…no…trentacinque per nove quattrocentodiecimila euro Massimo…e noi nove mesi se semo ripresi cinque per nove…cinque per nove?”;
- il 20 dicembre 2013, rivolgendosi a Paolo DI NINNO e Sandro COLTELLACCI, BUZZI affermava: “ma i soldi di Massimo sono quelli del campo nomadi”;
- l’ammontare degli illeciti profitti accumulati che, stando sempre alle affermazioni di BUZZI del 28 marzo 2014 (RIT 8416-13
S: aoh (inc, si sovrappongono più voci) ma sai noi a Massimo quanto gli dovemo da’? tu non c’hai idea!
CC: si ma dandoglieli…
PD: non c’hai idea
S: non c’hai idea
CC: ma diamoglieli!
S: non c’hai idea
CC: me l’hai detto l’altro giorno
S: Un milione!Legenda:
S:Salvatore BUZZI, AG: Alessandra GARRONE, CB: Claudio BOLLA, CC: Claudio CALDARELLI, EB: Emanuela BUGITTI
…omissis…
il 16.6.2014, nella conversazione intercettata[5] all’interno degli uffici di via Pomona n. 63, il commercialista XXXXX, rapportando a BUZZI e CARMINATI la contabilità relativa alle cooperative, riferiva a quest’ultimo che “141” (141.000 euro, ndr) ce l’aveva “dentro” e BUZZI specificava “dentro la cooperativa”. Quanto asserito trovava riscontro dagli accertamenti bancari svolti, dai quali si evinceva come a favore della COOPERATIVA SERVIZI MANUTENZIONE SCARL la Cooperativa 29 Giugno avesse effettuato cinque bonifici per un totale di 141.274,05 euro, trasferiti nell’arco temporale compreso tra il 18.11.2013 e l’1.4.2014. La regola ‘aggiungi un posto a tavola’ non sempre è sinonimo di ospitalità: può anche essere fonte di imbarazzo. E’ successo per la cena di autofinanziamento del Pd a Roma il 7 ottobre scorso. A furia di aggiungere, è capitato che tra i commensali ci fosse anche Salvatore Buzzi, l’uomo delle coop romane da 60 milioni di fatturato, arrestato nell’inchiesta su ‘mafia capitale’, accusato di essere colui che pagava le mazzette ai politici per conto della cupola del boss Massimo Carminati, ex Nar, ex Banda della Magliana. C’era anche lui tra i commensali del Salone delle Feste dell’Eur, ospite del Pd romano [huffingtonpost 05.12.2014] “è capitato che tra i commensali ci fosse anche Salvatore Buzzi” ecco una difesa d’ufficio subliminale, quindi ancora più sconcia
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Ma mi fu insegnato che se ti dai da fare Dio ti aiuta, non il contrario.
Notizia del giorno (… si fa per dire): la mafia ha pervaso tutti i più delicati e remoti gangli dello Stato! Siamo allo sfascio!
Invece, secondo il mio sommesso avviso, allo sfascio – oramai – è proprio la mafia, che – incautamente – si è fatta infiltrare dallo Stato.
Che leggerezza accettare che politici vagabondi e cialtroni, senza arte e ne parte, gente dedita al meretricio e al ladrocinio, nella migliore delle ipotesi: braccia sottratte all’agricoltura, si potessero mettere in affari con loro. Ben gli sta!
Coraggio: questa è la volta buona che il Paese si libera delle organizzazioni mafiose.
E’ stato detto: una risata vi seppellirà!
Per loro può valere: un politico vi seppellirà!
Scriveva Giuseppe Gioacchino Belli:”Bast’a sapé ch’ogni donna è puttana, e l’ommini una manica de ladri, ecco imparata l’istoria romana.”
Non siamo così pessimisti e tuttavia i fatti non ci sorreggono.
Senza la Fede, l’uomo è perduto nelle sue bassezze. In Lussemburgo organizzano una off-shore dentro la UE. E banchettano tutti; sempre molto eleganti. A Roma, in romanesco.
E a Siena? E a Berlino: E’ vero o no come dice Giulio Tremonti, la distruzione della Grecia l’hanno deliberata? E’ Roma, da S. Pietro, che deve farsi viatico di salvezza. Usare, come ci ricordi sempre, i poteri conferiti dal Cielo.
Sul punto dell’uso dei poteri si vedrà se è Bergoglio o Francesco.