Matteo Renzi è stato veloce nel parlare e altrettanto veloce appare il suo programma.
A futura memoria ricordiamo quanto annunciato ieri. Varie misure urgenti per: l’emergenza abitativa; favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese; riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive; agevolare ulteriormente il rispetto della normativa europea sui tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione. E altro ancora…
Noi gli crediamo. D’altro canto non c’è scelta. Occhio tuttavia se e a chi metterà le mani nelle tasche.
Finita la primavera, se saremo ancora agli annunci, allora sarà tempo di ghigliottina. Punto.
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Caro Piero, tutta la farina del sacco di Renzi è fuffa!
Da uno che non sa che il pagamento delle pensioni non è spaesa pubblica, ti puoi aspettare di tutto. Come appunto fare della “spending review” attingendo ai soldi non dello stato.
La cosa è molto più semplice di come sembra e mi spiego.
Nessuno, dico nessuno, potrà inventarsi pranzi gratis da distribuire a chicchessia, senza cancellare il pareggio di bilancio di cui all’art. 81 della Cost.
La sottoscrizione del patto (non hanno aderito Gran Bretagna e Repubblica Ceca) per la modifica di detto articolo, avvenuta il 2 marzo del 2012 ed entrata in vigore il 18 aprile dello stesso anno, fu effettuata da Monti e approvata alla chetichella da tutti i partiti. Ci è stata così scippata dall’Europa la nostra sovranità economica e fiscale.
Ma, come se non bastasse, l’accordo sul “fiscal compact” prevede che obbligatoriamente l’Italia debba tagliare nei prossimi 20 anni 45 miliardi di debito pubblico (quindi di redditi).
Auguri Renzi!