NO UBER? Il medioevo è servito

TAXIUber, no?!? Trasporto pubblico solo in taxi. Perché Uber non può cambiare le regole del gioco?La sentenza che mette al bando Uber non convince. È oscurantista, negando alla tecnologia la capacità di modificare i rapporti fra cittadini, le relazioni di lavoro e lo stesso mercato del lavoro.
L’associazione “pizzaioli napoletani veraci” ha citato in giudizio la catena “pizza a casa” perché «La consegna della pizza a domicilio costituisce una adulterazione della pizza tradizionale, che va gustata nel luogo dov’è confezionata. Tale adulterazione costituisce infine una concorrenza sleale dei sedicenti pizzaioli a domicilio rispetto ai pizzaioli napoletani tradizionali.» Quest’ultimi hanno ottenuto dal giudice l’inibizione su tutto il territorio nazionale della consegna della pizza a domicilio. D’accordo, è uno scherzo, ma una notizia analoga, a proposito di Uber, ha messo sossopra il settore trasporto con conducente. La sentenza ha dato un catastrofico tempo d’arresto alle politiche per l’innovazione e per incoraggiare la concorrenza, di cui il Paese ha disperato bisogno. Non a caso la sentenza che ha messo fuori gioco Uber cade nel paese tecnologicamente fra i più arretrati del G20, l’Italia.
Sono troppi, è un ampio e profondo strato, i decisori statali tuttora incapaci di comprendere che la tecnologia cambia il mondo ed è inutile, anzi dannoso opporsi. Tempo addietro un tribunale del nord ha rifiutato il sequestro degli archivi clienti di un’agenzia di viaggio, la quale li aveva ottenuti fraudolentemente. Motivazione? Sono beni immateriali, dunque non sequestrabili. Se il giudice avesse chiesto un parere al nipotino dodicenne che smanetta sull’I-pad ne avrebbe tratto lumi.
Ulteriore pregiudizio affiorante dalla sentenza anti Uber: ogni attività imprenditoriale innovativa sottrarrebbe risorse a quelle preesistenti. Non si comprende che la tecnologia amplia l’offerta di servizi, abbassa i prezzi e obbliga a migliorare le prestazioni. Concetti elementari, difficili da digerire se non sai come funziona un app, non spiccichi una parola d’inglese e, soprattutto, se non hai necessità del trasporto pubblico perché ti scarrozzano da casa al lavoro e viceversa con l’auto di servizio. Aspettiamo le motivazioni della sentenza.

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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5 risposte a NO UBER? Il medioevo è servito

  1. Mauro scrive:

    Arriverà in pochi mesi una Uber2 e un modello di business Uber2 e subito dopo, in feroce – e sacrosanta – concorrenza capitalistica con la suddetta Uber2 e il suo modello di business, una Uber3 con un modello di business Uber3. I luddisti hanno sempre perso; il problema è, che per proteggere poche migliaia di tassisti e il loro sconsideratro “investimento” nella compravendita di licenze a numero chiuso e il loro potere di blocco di voti, perde il cittadino e il suo portafoglio. SIete mai stati in uan qualsiasi città americana, ma anche molte europee? Il tassista è molto spesso la prima attività dell’immigrato recente; e infatti i taxi sono spesso auto che stanno in piedi col nastro adesivo. Da noi i tassisti sfoggiano auto bellissime. Tanto perderanno: il problema è che perde sempre anche l’Italia, arretratissima e non a caso con enormi problemi di disoccupazione giovanile perché la conservazione luddista non fà crescere.

  2. oscar scrive:

    In Italia chi tocca i tassisti chiude! Chi si ricorda di un certo Bersani?

  3. Nic scrive:

    Se Uno si svena per acquistare una licenza taxi vuol dire che tale attività rende molto a fronte di un impegno non eccessivo.
    Se rende molto vuol dire che Uno “succhia” più del lecito ad Altri. Chi è Altri?
    Il solito Pantalone, mica i tanti parassiti politicanti e Super Manager di Stato che viaggiano , spesso scortati, sulle auto blu pagate dal solito Pantlone. E’ ora di finirla!

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