BATTAGLIA PER IL QUIRINALE (2)

indexNon appena il dossier Monte Paschi s’è scaldato, PierLuigi Bersani s’è detto disposto a collaborare con Mario Monti. È certamente una coincidenza che ricorda tuttavia un colorito modo di dire americano ma che potrebbe tradursi anche in tedesco: “tiralo per le palle, ti seguirà con la mente e col cuore”. Solo i legittimi proprietari sanno se le loro parti basse sono doloranti, ma la genuflessione di Bersani a Monti, subito dopo quella alla culona, fa suonare a morto la campana della torre del Quirinale per Massimo D’Alema (vds.puntata precedente). Se, come abbiamo sempre sostenuto, la battaglia vera è per il Quirinale, a questo punto a un passo dal Colle è Mario Monti oppure un candidato/a di sua fiducia e gradito a Giorgio Napolitano, allergico a Massimo Dalema e da questi generosamente ricambiato.

Comunque sia per ora su MPS si va in sordina. Neanche a farlo apposta ecco altre coincidenze. Google news ha tolto dalla prima pagina i titoli su MPS. Dai giornali trapelano sussurri piuttosto che valanghe di dossier, intercettazioni e testimonianze contrariamente alle consuetudini degli scandali giudiziari. La mordacchia a quelli della catena Calgirone si comprende: il patron è di casa in MPS ed è suocero di PierFerdi Casini, culo e camicia politica con Monti. Non si sa chi sia la camicia.

E la catena Espressso? Poca robetta; più commenti che fatti veri e propri. Scoop? Neppure l’ombra. Sul più grosso scandalo finanziario degli ultimi quarant’anni scende un silenzio ovattato, come piaceva alla DC e al PCi d’altri tempi. Magistrati meno scorretti del solito? Queste stupidaggini lasciatele dire a Berl. Tanto le intercettazioni quanto i verbali trapelano attraverso due strade maestre: la polizia giudiziaria e i servizi, che talvolta coincidono. 🙂

Gli scenari attuali  – con tutte le dovute differenze che il trascorrere degli anni e il cangiar delle cose impongono – richiamano l’ascesa del primo Bettino Craxi, che ebbe ottime maniglie nel Dipartimento di Stato. La storia del Psi dagli anni ’70 a metà del decennio successivo, vista oggi, è tutta una premura del Dipartimento di Stato Usa per eliminare via via tutti gli avversari di Bettino, dentro e fuori il Psi. In questo modo divenne l’ago della bilancia fra Pci e Dc, contrastando preferibilmente Botteghe Oscure. Questa volta chi deve rimanere fuori non sono gli ex Pci ma il Berl, nemico n.1 per Berlino e Washington.

L’alleanza fra PD e Monti era siglata da tempo, come abbiamo già scritto. Le condizioni iniziali tuttavia erano alquanto diverse, col Pd in posizione egemonica e Monti senza un seguito politico. La road map verso il Quirinale sembrava quindi potesse scriverla Bersani coi dovuti suggerimenti di D’Alema. Improvvisamente tutto è mutato quando sono (ri)apparse le carte di MPS e tutti a stracciarsi le vesti per il pacco di miliardi involatosi con operazione Ambroveneta del 2007-2008; nessuno sapeva nulla, neppure Bankitalia.

Romano Prodi e PierLuigi Bersani (quello che sbrana chi accosta il PD a MPS) benedirono l’operazione Antonveneta; era il 9 novembre 2007, nonostante la Borsa sbranasse il titolo del Monte.

Il Fondo Monetario Internazionale ha scavalcato l’inchiesta dei magistrati assicurando: “La Banca d’Italia ha assunto iniziative tempestive e adeguate”. Un po’ di pazienza, signori del FMI. Esistono carte che dimostrano il contrario, sono pubbliche, risalgono a due anni fa e sono state divulgate sul web dal sito LINKIESTA. Leggetele.

Se il FMI sente il dovere di correre in soccorso, quale fu lo scopo politico strategico dietro l’operazione Antonveneta? Un vortice di miliardi di euro, ben al di là dei confini italiano e spagnolo, consente di finaziare operazioni politiche su obiettivi intuibili ma inconfessabili, con la benedizione di BCE e FMI.

Giorgio Napolitano ha tuttavia sentito l’urgenza di intervenire sulla pubblica opinione. La politica chiede di essere lasciata in pace a godersi le elezioni (“Altrimenti vi sbraniamo!”).

Quanti avevano il dovere politico e tecnico di controllare e prevenire, hanno una sola via d’uscita, da conseguire con due manovre: 1) circoscrivere le responsabilità ai top manager MPS; 2) coinvolgere qualcuno noto al grosso pubblico e nonimporta se non ha nulla a che vedere coi soldi rubati agli azionisti del MPS. La manovra è già in atto.

Prima parte. Bisogna individuare una formula massmediaticamente efficace per circoscrivere l’attenzione del pubblico. Detto fatto “La Banda del 5%”, va benissimo: sintesi e colore adeguati, come per “La banda dei Quattro”, il capro espiatorio che consenti alla Nomenklatura cinese, dopo la morte di Mao Tse Tung, di chiamarsi fuori dalle responsabilità per le stragi e gli orrori della Rivoluzione culturale.

Parte seconda. Coinvolgere Ettore Gotti Tedeschi, notoriamente top manager del Banco Santander. Peccato che Gotti Tedeschi non abbia mai sfiorato il dossier Antonveneta-MPS. E’ un dettaglio tuttavia indifferente ai giornali che fanno capo a un noto sedicente cattolico.

Fossimo nei panni di Berl saremmo preoccupati. Se lo scenario descritto è corretto, se i sondaggi che egli dichiara sono veritieri e se la rimonta su Bersani continuerà, qualcuno fra Berlino e Washington potrebbe irritarsi. Qualcosa potrebbe accadere, a urne aperte tuttavia, quando un altro pazzo scatenato non potrebbe influenzare il voto, mettendo tuttavia fuori gioco una scomoda controparte politica, per qualche indispensabile mese, quanto basta per aprire indisturbati la porta del Colle al candidato gradito.

Intanto facciamo una scommessa coi lettori: i marò dall’India torneranno una settimana circa prima del 24 febbraio.

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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19 risposte a BATTAGLIA PER IL QUIRINALE (2)

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  4. gaspare scrive:

    Ci risiamo ai vecchi schemi di Politica inciucista ! Non hanno ancora capito che il mondo ci guarda e vuol vedere fino a che punto la repubblica delle banane vuol far sul serio ! Ne abbiamo basta di Casini, Prodi, gianni Letta, Marini, Amato e chiunque faccia parte della solita politica del Gattopardo ! La scelta per il Quirinale deve essere pragmatica e determinata, indirizzata su una figura di alta statura, che non abbiano e non hanno scheletri negli armadi che siano competenti puliti ed onesti! Non sto parlando ne di Marini ne di Amato e nemmeno di Gianni Letta , sto parlando di personalità che ci possono rappresentare all’Estero con testa alta . .il Mondo , l’Europa ci guarda e nella N/S Repubblica Personalità a cui ci si può inchinare esistono e potrebbero essere . . Rodotà , Gustavo Zagrebelsky e/o Ugo De
    Siervo !

    • Piero Laporta scrive:

      Il candidato al Colle deve avere il placet di Washington e Berlino, come ieri doveva averlo di Washington e Mosca. Se poi sarà una personalità cui inchinarsi, lo vedremo. Scomparso Aldo Moro, per quanto mi riguarda, sono rimasto a schiena dritta. Sarò incontentabile, ma anche i suoi candidati mi lasciano tiepido.

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  6. Mt scrive:

    Papa Benedetto XVI lascia il pontificato il prossimo 28 febbraio” dal sito la Voce della Russia. Considerando che l’ultimo papa che si è volontariamente dimesso fu Gregorio XII nel 1415, la cosa mi sembra debba suscitare un certo scalpore, almeno negli ambienti cattolici. Comunque è segno di durissime lotte all’interno della chiesa cattolica, mi sembra che queste dimissioni siano la certificazione definitiva della vittoria della fazione più filoatlantica, quella che è contraria all’apertura agli ortodossi per intenderci. Non sono un esperto di questioni vaticane, ma non pregisco proprio nulla di buono, davvero nubi sempre più nere si addensano all’orizzonte.

  7. umanitaria padana onlus scrive:

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    L’Autore ci consente la pubblicazione del link su Facebook? In realtà partiti ed elezioni non ci interessano, ma il tema della libertà dei popoli sì….

  8. oscar scrive:

    In un Paese dove tutti spiano tutti, basta aprire il cassetto e tirare fuori lo scandalo giusto al momento giusto. Solo che dopo un pò ci s’incarta e così viene fuori, con ogni evidenza, che tutti sono coinvolti in tutto!
    Caro Piero, questo Paese non si può più salvare.
    L’ipotesi Letta di Termentini non mi sembra peregrina. Magari non proprio in quei termini… In ogni caso, un Letta in famiglia non ci sta male.
    Suggestiva l’ipotesi marò. A questi giochini siamo abituati. Tuttavia, se non è stata effettuata qualche dazione a qualcuno che non siano i familiari delle vittime – non sarebbe sufficiente – , potrebbe sorprenderci la giustizia indiana (anche loro hanno qualche problemino).

  9. Giorgio Fabbri scrive:

    per capire qualcosa andate a vedere cosa successe al banco di sicilia da dove “sparirono” nove miliardi; grande prestigiatore l’allora gendarme capo della banca d’italia diventato presidente; questi di adesso fanno pena, le grandi manovre si fanno in silenzio, questi fanno solo un gran casino………………………………………Ciao, piero, G.

  10. Federico scrive:

    Oltre a “Battaglia per il Quirinale”, io scriverei un pezzo anche intitolato “Guerra per le spoglie”…
    Lo scandalo ENI / SAIPEM scoppia con una tempistica perfetta: governo debole o senza maggioranza, crisi speculativa prossima a riaccendersi, pressioni internazionali per vendere i gioielli della corona, salasso finale. Finmeccanica è già in questo stadio.
    Nel 1992 ci rubarono i pantaloni, nel 2013 le mutande?

  11. Dino scrive:

    Cert fatti commentano da soli. Se questo dovesse corrispondere ad un disegno opolitico esterno all’Italia dovremmo effettivamente preoccuparci. Ma forse già esperienze di questo genere le abbiamo vissute. Tangentopoli, mani pulite, etc. Ma la sinistra gode così tanti benefici dai poteri forti? La democrazia, il bene comune sono solo utopie? La crisi economica è tutta una balla? Mi auguro pèroprio doi no!
    Saluti

  12. Federico scrive:

    Il Berl gode di un nemico/amico che spara calibro 9 mm contro di lui e cannonate da 88 mm contro i suoi avversari: Rupert Murdoch.
    E’ di queste ore la notizia che Bankitalia avrebbe fornito 2 mld di aiuti SOTTOBANCO a MPS…. Se la notizia fosse confermata, il silenzio stampa imposto da Napolitano andrebbe a farsi benedire…

  13. Analisi perfetta come è usuale per Piero. Ha peraltro odore di Biedberg / Trilaterale la notizia di un accordo Monti / Bersani proprio quando questo ultimo era a genuflettersi dalla Merkel (forse la prima volta per un esponente politico italiano ex PCI). Forse ha fatto da intermediario Enrico Letta anche lui inscritto ai suddetti Club.
    Per il rientro dei Marò, Piero, permettimi di scommettere con te. I vertici del MAE sembrano impegnati a d affrontar ei problemi connessi ad un complicato “dossier” internazionale ! Dai vinciamo insieme !

  14. Roberto Buffagni scrive:

    Ringrazio per l’analisi puntualissima.
    Per eventuali manovre improprie in vista del risultato elettorale, che com’è noto è in bilico soprattutto il Lombardia, dove uno spostamento di pochi voti può cambiare la maggioranza di governo al Senato, segnalo che un amico matematico m’ha informato di quanto sia facile manipolare le votazioni.
    La spiegazione dettagliata di come si fa è contenuta nell’articolo di un ricercatore italiano, Roberto Di Cosmo, che lavora alla Université Paris 7 Denis Diderot.
    Si intitola “On privacy and anonymity in electronic and non electronic voting: the ballot-as-signature attack.”
    e si può leggere qui: http://www.dicosmo.org

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