Identità Nazionale

Da tempo ci interroghiamo su che cosa sia lidentità nazionale, tanto più evocata quanto più sbiadisce. Difficile rintracciarla nella retorica nazionale, tanto meno in quella post berlingueriana, i cui esponenti di spicco prima rivendicarono diversità in nome del Capitale, oggi svelatisi omologati al capitale peggiore, quello speculativo, sono pure punta di lancia del filoamericanismo più servile, andato in scena con la visita di Obama. Neppure la peggiore Democrazia Cristiana o i post fascisti raggiunsero mai tali bassezze; quanto meno salvarono le apparenze.

Il mondo accademico è persino peggiore di quello politico. Stendiamo veli pietosi e deodorati su economisti, giureconsulti e giuslavoristi. Basti ricordare gli storici italiani che trafficano col passato come i cartomanti usano col futuro, avendo questi tuttavia maggiore dignità – come certifica Paul Valery – dacché i loro vaticini almeno son messi alla prova.

Né si può accreditare quali educatori all’ identità nazionale quei preti, quegli insegnanti, quei giornalisti che non sanno risolversi fra odio e pacifismo, fra ignavia e congiure, fra sobrietà e buste paga.

Il paese che noi tutti rappresentiamo è malato fino allo sfinimento; malato afflitto pure da una demenzialità ingravescente. 

Berlusconi lamentò che l’immagine dell’Italia mafiosa è il peggiore danno che sia stato perpetrato contro il paese. Ha ragione, certo. Peccato che le sue televisioni non cessano di trasmettere sceneggiati su improbabili squadre di polizia in guerra coi mafiosi e, non bastasse, ha affidato nei giorni scorsi a un noto imbonitore antimafia un altro stupido sceneggiato. 

Per quanti sforzi facciano certe fazioni di magistrati, certi potentati di polizia, i partiti, le profittevoli corporazioni no profit, non v’ è un cittadino italiano, uno che sia onesto e pulito, il quale non avverta che lo Stato – coi suoi apparati, con le sue agenzie, coi suoi terroristi prezzolati e coccolati, coi suoi satrapi folli e avidi, coi suoi burocrati assetati di sangue e denaro – è nemico più nemico di quanto sia mai stato nemico qualunque efferato delinquente comune. Dubitate? Equitalia ha sottratto alla povere vittime dell’attentato terroristico di Mesagne nel 2012 ogni possibilità di risarcimento. E’ questo lo Stato.

Dove dunque cercare l’ identità nazionale?

Durante questa visita di Obama ricevemmo un’indicazione da tenere nel giusto conto. Da un lato la sobrietà, la compostezza e la concretezza dell’agenda dell’incontro con Papa Francesco. Dall’altro il grottesco servilismo, dal Colle a palazzo Chigi, senza verecondia. 

Riflettiamo…

 

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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