Francesco, 4 Papi e l’Italia

francesco 4 papi e l'italiaFrancesco ricolloca l’Italia al centro del mondo, malgrado se stessa e malgrado il mondo.

La cerimonia per la canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXII, officiata da Francesco e Benedetto XVI, ha dato misura del peso politico e morale del Papato. La “giornata dei 4 Papi” ha avuto un travolgente significato teologico, liturgico e giocoforza anche politico. Stiamo solo su quest’ultimo, dopo aver osservato ancora una volta che nessun veggente ha mai predetto nulla di simile. Anzi né Nostradamus né altri ha mai predetto che due papi sarebbero vissuti contemporaneamente  e armoniosamente. 

La Penisola, ospitando i 45 ettari dello Stato Città del Vaticano, è un teatro geopolitico strategico. Il Vaticano è lo Stato unico a possedere nello stesso tempo due qualità per altri inconciliabili: è il più debole militarmente, è il più autorevole globalmente. L’Italia convive con questo singolare fenomeno, ne è plasmata fino al punto di ricavarne la sua più incisiva identità nazionale, tuttavia oggi non appare in grado di trarne vantaggio, grazie a una borghesia di imbecilli e di pavidi conformisti.

Il peso politico morale del Papato è un dato incessante da duemila anni, nonostante alcuni incidenti di percorso, alcuni artefatti, altri (vedi la questione pedofilia) ingigantiti al di là della vera consistenza.

Lo scopo è sempre quello di abbattere l’autorità morale del Papa, senza la quale il mondo tuttavia sbanda. D’altronde prima o poi anche questo pontefice – candido come una colomba e prudente come un serpente – fronteggerà qualcosa di analogo allo “schiaffo di Anagni”.
Come Bonifacio VIII succedette all’abdicato Celestino V, in modo analogo Francesco entra in una temperie storico politica i cui avvelenatori – in Vaticano, in Italia, in Europa e nel Mondo – presto o tardi presenteranno il conto e, per Sua fortuna, può star certo che non mancherà un aiutino dal piano di sopra.
Il significato della visita di Obama al Papa (leggi qui) lo si può apprezzare di più oggi, mentre gli sviluppi in Ucraina, in Siria e in tutta la nebulosa mussulmana, danno l’esatta misura della forza morale – solo morale – della Chiesa. Forza morale con la quale essa è tuttavia in grado di incidere sensibilmente sugli eventi.
La Chiesa cattolica fronteggiò e soggiogò più volte l’Imperatore, fornendogli la legittimazione a imperare. Oggi la Chiesa cattolica è fra due imperi, nessuno dei quali è legittimato a dominare il mondo e neppure la porzione continentale su cui incide.

Un impero –  gli Stati Uniti con la sottomessa Nato – è forte militarmente ed economicamente. L’altro impero, la Russia, è politicamente più forte e credibile del primo, quanto meno nella sua area continentale. Mosca possiede inoltre una concreta prospettiva di sensibile rafforzamento militare entro la fine di questo decennio. Quest’ultimo dato fa sentire obbligati certi strateghi statunitensi e taluni alcolizzati predicatori strategici nostrani a presumere (leggi qui)  che si debba necessariamente andare verso una guerra preventiva. Ricordiamo che l’aggettivo  “preventivo” è ricorso spesso negli ultimi tempi, a proposito di guerra, risultando tuttavia inappropriato a prevenire alcunché. 

[mantra-pullquote align=”left” textalign=”left” width=”30%”]

Articoli correlati

Francesco, Identità Italiana  

Massoneria e Cattolici 

Pio IX, Ignoranza e Identità Nazionale 

Gioberti e l’Identità Nazionale 

Identità Nazionale 

Papa Francesco-Obama 4-0 

 [/mantra-pullquote]

Il Papato oggi non è più chiamato, come un tempo, a legittimare l’Imperatore (in cambio di qualche vantaggio materiale) ma piuttosto deve trovare una composizione fra i due imperi nell’interesse di una pace globale.

Il problema per il Papato è l’Europa, denervata e malamente governata, nella quale vi sono almeno due attori incapaci persino di dissimulare le proprie ambizioni sovradimensionate rispetto alle prioprie capacità e alla storia loro peculiare.

La Germania mesta coi post nazisti ucraini per annullare l’influenza di Mosca su Kiev ma non può esporsi più di tanto né impedire che la diplomazia statunitense prenda le redini della crisi. Non per questo Berlino rinuncia ai propri sogni egemonici, del tutto incurante della propria vergognosa storia.
Le parole di Berlusconi sui campi di sterminio tedeschi – le prime parole sensate dopo dieci anni di stupidaggini – hanno colpito nel segno perché hanno scoperchiato l’anima nascosta dei tedeschi e hanno fatto affiorare le loro amicizie sotterranee coi potentati italiani e persino con taluni ebraici (che non rappresentano tutti gli ebrei, sia chiaro).
La Gran Bretagna è accomunata alla Germania da un acuto antipapismo, affiorato rozzamente durante la visita della regina Elisabetta, il 3 aprile 2014, a Roma, recandosi dal Papa vestendo un orribile abito pastello e non come tutte le volte precedenti l’abito nero con veletta. Un cerimoniale teso a rassicurare più che altro i sudditi britannici: io sono la papessa. Inutile, tuttavia. La chiesa anglicana va sciogliendosi come neve sporca sotto lo scialbo sole britannico.
I livori malcelati di Berlino e Londra sono stati confermati dalla modestia delle loro delegazioni nella giornata dei quattro Papi
Sforzo vano se volevano minimizzare l’evento. Le 122 delegazioni internazionali, i 10 capi di governo e i 24 capi di Stato hanno dato la misura del peso politico senza precedenti del Vaticano, senza contare l’immensa folla travolgente dei pellegrini da tutto il mondo.
Mentre tutto questo accade, l’Italia continua ad appassionarsi per i matteorenzi, i giorgionapolitano, i berlusconi e i grillo. Niente male come lungimiranza.

CONDIVIDILO CON I TUOI AMICI MEDIANTE FACEBOOK, GOOGLE+, TWITTER

conflittiestrategie elio
[Copyright©2013 Tutti i diritti riservati a www.pierolaporta.it  È permesso l’uso personale dei contenuti di questo sito web solo a fini non commerciali. Riprodurre, pubblicare, vendere e distribuire può avvenire solo previo accordo con l’autore. Le foto di questo sito sono prese in larga misura da Internet, in quanto valutate di pubblico dominio. Se i soggetti fotografici o gli autori fossero contrari alla pubblicazione, lo segnalino a info@pierolaporta.it e si provvederà alla immediata rimozione delle immagini.

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
Questa voce è stata pubblicata in polis e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

3 risposte a Francesco, 4 Papi e l’Italia

  1. Roberto Buffagni scrive:

    Grazie di questo bell’articolo. A proposito della situazione ucraina, suggerisco a chi sappia l’inglese di guardare questo “Crosstalk” tra Stephen Cohen (Univ. New York, grande storico della Russia) e John Mearsheimer (Univ. Chicago, studioso di politica internazionale). Nonostante le credenziali accademiche di primissimo ordine, sono silenziati anche in patria. Ascoltandoli, si capisce perchè.
    http://rt.com/shows/crosstalk/155288-containment-policy-cold-war/

    • Piero Laporta scrive:

      Sempre abbiamo constatato una crisi economica profonda quando si approssima all’orizzonte una guerra su vasta scala. Accadde a metà degli anni ’70 nel secolo scorso e lo stesso è oggi. La crisi economica è figlia degli accaparramenti di materie prime, fonti energetiche e capitali da parte di chi sa che cosa sta preparando il futuro. E’ tuttavia una follia pensare che il futuro degli Usa debba essere una guerra senza fine.
      La fine arriverà sia per la guerra sia per chi l’ha innescata; non c’è scampo.

  2. Fedro scrive:

    Una borghesia imbecille di pavidi conformisti.
    E ‘io sono la papessa’ (senza dimenticare il whiski prodotto a Balmoral, ‘for you, personally’ portato in regalo – forse segno che avessero bevuto prima di recarsi appunto in Vaticano).

    C’è bisogno di queste formidabili analisi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *