Damien Hirst: lo scandalo è il feto

madrevergineDamien Hirst e il feto in una statua alta dieci metri. È scandalo negli USA, pensando “aborto“.

Damien Hirst è considerato l’artista vivente più ricco del mondo. Nel 2008 ha venduto all’asta 218 sue opere per 200 milioni dollari. È noto un teschio in dimensioni naturali tempestato di diamanti. Più recentemente s’è attirato le ire degli animalisti di Arezzo per un caprone conservato nella formaldeide. Un’altra classe di opere peculiari a Damien Hirst sono nudi giganteschi di donne incinte il cui feto è ben visibile, mostrando uno spaccato del ventre materno. Nel 2012 una statua di 23 metri fu oggetto di censura, più recentemente è accaduto per una analoga statua di dieci metri.

Dove ha creato scandalo Damien Hirst? Magari state pensando a un paesino dell’Aspromonte oppure a una comunità bigotta del Veneto o della Brianza. Niente di tutto questo, lo scandalo per la “Madre Vergine” di Damien Hirst ribolle negli Usa, nello stato di New York. Avete capito bene, negli Usa, la patria della libertà e della nuova frontiera della morale. Qui improvvisamente s’è risvegliato uno strumento medievale, un gradino al di sotto del rogo, è tornata la censura.

La Madre Vergine, la statua di dieci metri di Damien Hirst, collocata nel giardino del collezionista Aby Rosen, a Old Westbury, raffigurante una donna nuda e incinta, col grembo che mostra il suo contenuto naturale, il feto; questo ha sollevato scandalo, evocando un fantasma che sembrava dissolto: il buon costume, ma il retropensiero è “aborto“.

L’amministrazione cittadina aveva pensato una furbata: proibire in tutto il territorio del00000madre vergine comune la costruzione e installazione di qualsiasi struttura, opere d’arte comprese, più alta di otto metri. Poi avrebbero mandato le guardia a casa del collezionista Aby Rosen, col metro in mano e:«Che peccato, la sua statua eccede di due metri le misure consentite.» Hanno tuttavia avuto un’illuminazione: «Già, e a quel punto che facciamo? Gli diciamo di portarla in casa? Oppure le tagliamo le gambe?» si sono interrogati gli zelanti censori «Ma la pancia rimarrebbe tal quale» hanno concluso sconsolati.

Pensa e ripensa, sono infine intervenuti i giardinieri che hanno messo intorno alla statua delle piante per coprire il feto nella pancia, una sorta di foglia di fico post moderna.  Poi hanno affossato la statua in modo da farla emergere solo per otto metri dal livello del suolo. L’hanno infine ruotata in modo che il feto sia osservabile dalla casa, non dai passanti sulla strada. Per finire, niente illuminazione artificiale neppure di notte. Insomma, se da quelle parti passasse un bambino non gli verrebbe l’uzzolo di chiedere:«Sono così i bambini nella pancia della mamma?» Sarebbe in effetti uno scandalo constatare che il feto, quello che la legge condanna alla pena capitale mediante aborto, strappandolo pezzo a pezzo dal ventre della madre, ha proprio l’aspetto di un bambino, è un bambino, che si può uccidere e macellare, come invece non si può fare con un animale. E’ la nuova civiltà americana, è la democrazia che rinnega se stessa, riscopre la censura, si rifugia nel medio evo, si uccide prima di ucciderci.

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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2 risposte a Damien Hirst: lo scandalo è il feto

  1. Giacomo scrive:

    Concordo su tutto l’articolo ma non sull’accezione negativa che rende (per ben due volte!) del Medioevo…spero soltanto volesse essere solo in tono ironico…!

    • Piero Laporta scrive:

      Ora che mi ci fa pensare, l’ironia c’era ma in direzione diversa da quella da lei evocata. A mio avviso il Medio Evo nelle terre cattoliche, particolarmente in Italia, ha aperto la via alla civiltà, all’economia moderna, alla grande e insuperata arte che ci colma ovunque. Quello nelle terre protestanti ci regalò la barbarie che ancora ci assilla. Ecco a questo pensavo.

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