Berlusconi, Fesso Incompreso, Anzi no, Fesso e Basta

berlusconi10Il furbo evoca il dovere affinché il fesso marci per lui, certifica Giuseppe Prezzolini. Berlusconi ne è una conferma, marciando verso l’uscita di scena.  (articolo di ott.2013 più che mai valido) 

La fiducia di Berlusconi data a Letta nipote, gabellata come doverosa per il futuro dell’Italia, dà una certezza: i milanesi non sanno fare politica, tutt’al più danno o prendono fregature oppure lavorano onestamente, se questo è ancora possibile, col poco rimasto dopo Monti e Berlusconi. Dei due, il primo passerà alla storia come il presidente del Consiglio più detestato, il secondo come quello più fesso. Niente male per uno con ambizioni di statista.
[cryout-pullquote align=”left” textalign=”justify” width=”33%”]Questo articolo fu pubblicato il 3 ottobre 2013, quando Berlusconi dette la fiducia all’effimero Letta nipote. Una mossa politica indegna e permeata delle consuete doppiezze, alla ricerca del proprio interesse piuttosto che di quello generale. Dopo i danni causatio alla sua parte politica nelle elezioni amministrative del 5 giugno 2016 è bene che la politica gli sia interdetta per imporgli il ricovero forzato in casa di riposo. In questo articolo spiegammo in tempi non sospetti – con dettagli inediti – perché sarebbe stato necessario accantonarlo già da tempo [/cryout-pullquote]

Era il 1990. Il suo grande amico, Bettino Craxi, gli telefonò:«Lascia Mondadori a De Benedetti» gli disse «Non ostinarti. Io, te e De Benedetti dovremo fare un fronte unico». Bettino vedeva lungo, De Benedetti pure. Berlusconi, al solito, presumeva di vedere ancora più in là. Non ascoltò l’amico Bettino, nonostante gli recasse omaggio all’hotel Raphael tutte le sere. La sua fortuna imprenditoriale, televisioni e mattone, dopo tutto era dovuta all’«amico Bettino», i cui meriti egli riconosceva ma non al punto da tarpare le proprie ambizioni.
«Ah, non lasci Mondadori? Allora non sei mio amico» concluse Craxi chiudendo bruscamente la telefonata. Aveva visto giusto. Di lì a pochi mesi tutti i tiggì di Mediaset e i giornali della casa suonarono la grancassa a Tangentopoli. L’amico Craxi? Buttato a mare, così perfezionando la tesi di Victor Hugo:«Un amico a metà è un mezzo traditore». Berl infatti tradì Craxi per intero, senza tuttavia farsi scrupolo di sventolare la bandiera del leader socialista per dare autorevolezza alla propria sgangherata campagna contro la Magistratura.
Sarebbe curioso sapere se Berlusconi ha rammentato la telefonata di Craxi, quando il lodo Mondadori s’è concluso con la bastonata che sappiamo e quando la magistratura milanese lo ha inchiodato ben più fermamente di quanto fece col leader socialista; e ancora non è finita. Dopo tutto, i suoi giornali e le sue televisioni furono ristrutturati e diretti per fiancheggiare la magistratura milanese nel corso di Tangentopoli. Quando è toccato a lui sperimentare la giustizia ambrosiana, il traditore s’è scagliato contro la magistratura “comunista”.
Settembre 2010. Abbracci e baci con Muhammad Gheddafi, presidente libico. Più tardi le Frecce Tricolori fecero i numeri in onore del Colonnello. Sei mesi dopo Berlusconi inviò l’Aeronautica militare a bombardare il Colonnello. Un altro amico tradito, questa volta nonostante un trattato internazionale.
Nel frattempo mandò deliberatamente in vacca il suo governo, affidatogli dagli italiani col voto. Arrivò Mario Monti, come sappiamo, per spremere l’Italia a sangue, per la gioia e il vantaggio della Angela Merkel. Berlusconi dette la fiducia a Monti che lo ringraziò varando la legge Severino, fatta su misura per fotterlo. Berlusconi non ne lesse il testo. Affidò il compito all’avvocato Ghedini, che giustamente lo rassicurò: dopo tutto egli è un principe del foro e in caso di processo Berlusconi sarebbe stato in una botte di ferro.
Berlusconi guardò pure verso zio Letta, quello annuì e la legge passò, finalmente. Dopo quasi un anno s’è accorto che l’hanno fregato. Si può affidare a uno così una coalizione politica e addirittura un governo?
Passato Monti, è arrivato il Letta nipote. Stessa scena. Berlusconi guardò zio Letta, quello annuì – ovviamente – e il nipote ebbe la fiducia, sanzionando ipso facto che Berlusconi era superfluo, a dir poco. Tutto quanto è seguito – gli urli contro i Magistrati e le minacce vane di far cadere il governo – è stata una conferma che era stato fatto fesso, senza alcuna possibilità di scampo.
Solo un dettaglio è rimasto nell’ombra: qual è stato il vero peso e il vero significato dell’operazione TELECOM? Ogni passaggio epocale della politica è sempre stato accompagnato da ombre nelle compravendite industriali, finanziarie e bancarie.
2 giugno 1992, fecero la festa alla Prima Repubblica a bordo del Britannia, dove nacque la Seconda Repubblica, con la prima grande svendita delle industrie dell’IRI.
L’8 novembre 2007, il Monte dei Paschi di Siena annunciò l’accordo col Banco Santander per acquistare Banca Antonveneta per 9 miliardi di euro, esclusa la controllata Interbanca rimasta di proprietà della banca spagnola. L’affare non fu del tutto limpido, come si sa. Guarda un po’ le coicidenze, in quella temperie nacque il Partito Democratico.
Vien fatto di pensare che qualcosa si ripete se, mentre il dossier TELECOM si scalda, nuove formazioni politiche sono alle viste, col Cavaliere che dà di matto forse sospettando di essere tagliato fuori.
Quali che siano le ragioni della decadenza di Berlusconi, vi sono leggi immutabili che egli non può neppure scalfire. Il capo di un’aggregazione politica può essere detestato, amato, odiato, temuto, idolatrato, non di meno può fare politica e farla anche bene, secondo i suoi disegni. Non può tuttavia fare pena e persino apparire ridicolo, continuando a presumere di guidare una compagine politica.
Sta imparando a sue spese che nessuna lealtà è dovuta ad un traditore, tanto più se è un fesso incompreso, anzi no, oramai del tutto compreso.
Qualunque sito o blog può pubblicare liberamente metà dell’articolo se e solo se rimanda, per la lettura completa, alla pagina originale
https://pierolaporta.it/berlusconi-fesso-incompreso/

 

 

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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11 risposte a Berlusconi, Fesso Incompreso, Anzi no, Fesso e Basta

  1. alessandro gentili scrive:

    Il tablet mi ha chiuso il commento a meta’. Me ne scuso.
    Dicevo, io al suo posto avrei fatto volentieri anche di peggio.
    Il fatto e’ che lui era un imprenditore, anche un poco faccendiere, e non era un politico. Politici si nasce, non si diventa!!! Eh! Si, proprio cosi’. Infatti in Italia, a voler usare il termine ” politico” come qualita’ di essere superiore, dovremmo concludere che non ne abbiamo neppure uno. Se invece vogliamo riferirci a qualcosa che sappia di lercio, mistificazione, imbroglio, ecc., allora non solo ne abbiamo tanti ma ne abbiamo moltissimi che sbavano per diventarlo.

  2. alessandro gentili scrive:

    Dopo aver letto i commenti che precedono, ammetto di essere confuso. Nel senso che tutto quanto ho letto puo’ avere un fondo di verita’ o puo’ invece essere semplice farneticazione. Io a questo punto faccio fatica ad esprimere un giudizio su Berlusconi; pero’ una cosa e’ certa, ha tenuto banco per oltre venti anni e ha costretto il mondo a parlare di lui quasi tutti i giorni, ha trattato alla pari il presidenter americano e quello russo (quest’ultimo lo ha anche ospitato a casa sua), ha avviato una azione di approvvigionamento energetico autonoma, bypassando USA e Sette Sorelle (e questa e’ stata la sua condanna a morte, pronunciata dai petrolieri americani, eseguita da un certo Giorgio Napolitano). Ovvio, l’uomo era immensamente ricco ed era convinto di poter fare tutto quello che gli passava per la testa (al suo posto avrei fatto di peggio

  3. oscar scrive:

    Piero, ho letto solo oggi il tuo articolo con annessi commenti.
    Ti dico con chiarezza che non penso affatto che Berlusconi sia un fesso in decomposizione.
    I personaggi che si sono alternati alla P. del C. dopo di lui sono di sua emanazione come lui stesso è emanazione del gruppo dominante l’economia del Paese e che – in questo momento – sta già pensando a come trasformarsi per adeguarsi al mutato clima.
    Mi meraviglio che ci sia ancora chi crede che B. ci abbia salvato dal comunismo. Ma quale P. comunista? Quello del 1994? …. ma mi faccia il piacere! (avrebbe detto Totò).
    Suvvia, siamo seri. Berlusconi nl ’94 ha salvato solo se stesso dalla bancarotta governando con i “comunisti”. Chi vuole può verificare i dati patrimoniali Mediaset prima della discesa in campo contro il comunismo e dieci anni dopo. Piero, credimi i fessi siamo noi. Il burattinaio è come Brachetti.

  4. Renzo Romano scrive:

    Sono abituato a rispettare le valutazioni altrui, particolarmente quando non le condivido. Penso che sia stato un merito di valore incommensurabile (o commensurabile quando ne parlerà la Storia) l’essere sceso in campo nel 1994, attraendo sulla sua formazione politica il voto di tanti italiani che, pur essendo il Comunismo defunto, sapevano benissimo che i comunisti erano rimasti, tanti ed affamati, non di bambini (ne avevano già mangiati tanti…) ma di potere e di ricchezza (= potere). Il fatto che il braccio armato del comunismo italiano, la Magistratura, abbia da subito tentato di distruggerlo (con le conseguenze finali che conosciamo) è secondo me la dimostrazione lampante del suo successo politico. E la nostra deprecabile Magistratura ha un potere certamente maggiore di quello dei giornalini di casa (due contro tutti gli altri “big”) e dei tiggì: questi non uccidono, quella sì.

  5. massimo trevia scrive:

    certo,berlusconi ci ha salvato dal pci ma quando gli è convenuto ci ha venduti agli eredi del pci!non è odio,è la realtà!

  6. Renzo Romano scrive:

    tanto accanimento contro una persona all’epilogo della sua vita politica, e forse anche fisica, mi pare eccessivo, per non dire altro. Ricordiamo che l’irruzione di Berlusconi nella politica italiana ha permesso agli italiani di avere un’alternativa quando tutto sembrava oramai avviato verso la consegna el Paese al PCI, uscito indenne (chissà come mai…) da “tangentopoli”. Forse questo è il motivo di tanto odio. Non dovremmo confondere i vizi dell’uomo con l’ampiezza della sua visione politica, quell’ideale liberal democratico basato sulle capacità e sulla volontà dell’individuo piuttosto che sull’asservimento ad uno Stato che tutto davrebbe fare per tutelarlo ma che invece nulla fa, se non ingrassare i suoi dirigenti. Mi rincresce vedere come tante persone intelligenti siano accecate da questo forsennato intento di distruggere il Berlusca. Comunque, l’ideale liberal democratico gli sopravviverà, perché è insito nella natura umana.

    • Piero Laporta scrive:

      Grazie. La sua generosità d’animo è ben nota. Temo tuttavia necessitino alcune precisazioni.
      L’articolo è del 2013, tuttavia lo credo ancora pienamente valido.
      Berlusconi per me ha chiuso quando ha tradito Gheddafi, consentendo a Francia e Gran Bretagna di danneggiare i nostri interessi nazionali in Libia. Fosse dipeso da me, lo avrei impiccato, senza esitare.
      In quanto a Tangentopoli, come spiego nell’articolo, Berlusconi è stato in prima linea col manipolo di Mani Pulite.
      Per fiancheggiare quei magistrati:
      – portò Mentana al TG5
      – affidò Il Giornale a Feltri
      – reindirizzò la linea del TG4 (ricorda i servizi di Paolo Brosio dal palazzo di Giustizia?)
      In precedenza aveva rifiutato di aiutare Craxi ad allearsi a De Benedetti, come ho scritto nell’articolo (grazie alla testimonianza di un socialista presente al colloquio).
      Quando si è accorto che – distrutto Craxi – toccava a lui, ha iniziato la litania dell’anticomunismo.
      Chi è causa del suo mal…
      Per concludere: la politica è spietata, chi ne scrive deve esserlo di più.

  7. massimo trevia scrive:

    fesso e traditore,ignorante:crede che tutto sia business…..ha recentemente detto che l’immigrazione anche islamica si ferma creando sviluppo:ma quelli gli dessimo soldi li prendono e non scappano:continuano a venire perché così impone il corano!siamo in mano a fessi,traditori,presuntuosi e colpevolmente ignoranti!berlusconi(che stimavo e votavo anni fa),è solo uno di questi!anche superficiale,dimenticavo…..e quando ferrara voleva occuparsi della difesa della vita in f.i.,per non perdere voti berlusconi,vigliacco,non lo volle!lì mi scadette!

  8. Elio Paoloni scrive:

    Icastica quell’evoluzione aerea che evolve in bombardamento. Ma Letta zio (rivisto di recente in “Io so che tu sai che io so”, dove interpreta se stesso) remò sempre contro?

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