8-200 signornò

8-200Unità 8-200 elitaria, supersegreta, israeliana, con 43 signornò fra i riservisti.

Dopo neppure due giorni è calato il silenzio sull’Unità 8-200; eppure da tempo sappiamo che “spiare” e “democrazia” sono sinonimi, mentre le hitech offrono nuove opportunità a chi voglia il controllo capillare, letteralmente uno per uno, delle persone. Intanto non si disdegna l’antico metodo del dossieraggio. Le democrazie dovrebbero riflettere su 8-200, ma non lo faranno. 
Il buio delle democrazie è stato illuminato da una luce tanto improvvisa quanto fugace. Unità israeliana 8-200 elitaria, supersegreta, con 43 signornò fra i riservisti, determinati col loro governo: “Basta perseguitare palestinesi innocenti”. 

A chi chiede spiegazioni, i portavoce della difesa di  Israele danno a intendere che i 43 signornò sono delusi perché da tempo non sono richiamati in servizio nella 8-200. Un paio di giorni, la polemica s’è raffreddata. Nel frattempo trapelano le brillanti capacità di 8-200 nel costruire dossier su tossicodipendenti, omosessuali, adulteri, corrotti di varia caratura, insomma personalità vulnerabili, all’interno e all’esterno di Israele.
Curioso che nessuno abbia osservato quanto in Italia sia un déjà vu, antico, del secolo scorso, quando interi dipartimenti segretissimi trasformavano la spazzatura umana in oro colato di informazioni pruriginose. Il centro di controspionaggio di Roma fu per lungo tempo fra i più dispendiosi al mondo, per origliare quanto avveniva sotto le lenzuola di Via Veneto, all’Excelsior soprattutto, dove negli anni ’70 un colonnello dei carabinieri si portava avanti col lavoro, dimorandovi con l’amante, per travisarsi, diceva.
Forse abbiamo pure addestrato gli antesignani di 8-200, ma se Israele s’è posta sulla nostra china c’è poco da essere ottimisti, pur tenendo conto che lì c’è la guerra, un po’ atipica, è vero, ma tutte le guerre dei nostri giorni lo sono.
«L’unità 8-200 focalizza sulla raccolta di dati per l’ intelligence, al fine di consentire alle forze di sicurezza israeliane (IDF) di svolgere la propria missione, ovvero difendere i civili israeliani» ha cercato di spiegare un volenteroso portavoce dell’IDF al Times of Israel «Quanti operano nella 8-200 sono selezionati severamente e sottoposti a un processo formativo la cui intensità non ha eguali in qualunque altra intelligence al mondo. Durante la formazione, un accento particolare è posto su moralità, etica e correttezza delle procedure. Soldati e ufficiali dell’unità operano in base a tale formazione, sotto la stretta sorveglianza di rango più elevato». Ottimo e abbondante; speriamo sia vero. Forse agli inizi della carriera la pensava così anche quel colonnello che lasciammo all’Excelsior.
Facta sunt consequentia rerum. Costruisci il dossier su un farabutto. Se costui ha modeste qualità, lo utilizzi come spione oppure come sicario, picchiatore, torturatore, trafficante, mestatore, provocatore, tutt’al più infiltrato col rischio che si faccia beccare. Se invece il tuo ricattabile amico ha numeri, gli fai strada fino ai massimi livelli per trarne vantaggi più solidi: grande manager, giornalista di successo, magistrato di grido, ammiraglio brillante, primo ministro fra i più giovani del suo paese. Rimane tuttavia un corrotto. Quanto più lo mandi in alto, tanto più sparge corruzione intorno e sotto di sé.
Grazie ai 43 signornò, le democrazie potrebbero riflettere su se stesse, sull’utilità di combattere la corruzione con le leggi e infettarsene con le operazioni supersegrete. In Italia dovremmo porci domande più penetranti, perché qualcosa accadde nella notte della repubblica. Potremmo ammonire Israele sul pericolo che corrono le democrazie che disfano di notte quanto fanno di giorno, per poi chiederci come mai tutti i paesi del mondo possono fare di noi quel che gli pare.
L’improvviso silenzio sulla 8-200 forse è stato voluto dalle autorità di Gerusalemme; è lecito tuttavia sospettare che la decadenza avvertibile in avvicinamento possa far piacere ai nemici d’ Israele, altrimenti queruli e petulanti. Tacciono, invece, e si sente.

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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2 risposte a 8-200 signornò

  1. oscar scrive:

    Tutto molto sconcertante!
    Una domanda. Finirà mai?
    Troppo comodo mandare su chi è ricattabile.
    Poco o niente democrazia contro solido controllo sociale.
    Non finirà mai!

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