Ordine e Caos – di F.Dezzani

immagine per copertinaDa Lehman Brothers all’ISIS, passando per l’eurocrisi. L’ordine e il caos del mondo spiegati in due carte.

Qualcuno ricorda forse ancora l’epoca antecedente al collasso Lehman Brothers: l’impero americano al suo apogeo stazionava in Iraq e Al Qaida piazzava qualche bomba in giro per il mondo, ma nel complesso l’economia mondiale cresceva stabilmente ovunque, i conflitti erano circoscritti a poche zone, si poteva essere sud-europei senza essere “porci” e le vacanze in Egitto erano roba da famiglie con bambini.
Mondo 2009 - fdCosa è successo da allora? Perché l’entropia è schizzata alla stelle?
Il mondo, da quando Lehman Brothers è fallita nel settembre del 2008, sembra essere impazzito e scivolato in una tale spirale di caos e violenza da dover tornare indietro di decenni per trovarne un precedente. Da allora abbiamo assistito a: crisi dell’euro, spread btp/bund a 500, governi non eletti guidati da ex-Goldman Sachs e affiliati di Bilderberg, primavere arabe, intervento NATO in Libia con annessa uccisione di Gheddafi, colpi di stato consecutivi in Egitto, guerra siriana, Gezi Park in Turchia, tentato intervento NATO contro Damasco, nascita e proliferazione dell’ISIS, stragi di Boko Haram in Nigeria, golpe di estrema-destra in Ucraina con conseguente annessione russa della Crimea, trattati segreti per il TTIP, guerriglia nel Donbass con annesso abbattimento aereo di linea, sanzioni a Mosca, firma della cooperazione economica sino-russa, tentata rivoluzione colorata a Hong Kong, attentato a Charlie Hebdo e molto altro ancora nei prossimi mesi.
È possibile ricondurre tutti questi eventi apparentemente scollegati ad un’unica narrazione? Quasi certamente sì. Ma se trattarli analiticamente richiederebbe la scrittura di un libro per la cui redazione non abbiamo il tempo e che in ogni caso non distribuiremmo gratis in rete, possiamo comunque offrire due carte geografiche che sintetizzano quanto sta avvenendo in Italia e nel suo estero vicino (Europa, Nord-Africa e Levante).
Sotto la crosta degli avvenimenti scorrono tre fiumi:

  • l’incapacità dell’economia americana di sostenere l’impero ed il conseguente sgretolamento della pax americana;
  • la mancata trasformazione dell’eurozona in unione fiscale, complice anche l’affievolirsi dell’influenza americana sul Vecchio Continente, che avrebbe consentito la nascita degli Stati Uniti d’Europa;
  • la vertiginosa crescita della Cina, divenuta già nel 2014 prima economia mondiale.

Le élite anglofone sono consce che per mantenere il primato mondiale che detengono dal 1945, il Vecchio Continente deve essere inglobato nella sfera americana, per formare una massa economica e demografica tale da competere con i giganti euroasiatici: per tale fine era stato concepito l’euro, prodromo dell’unione fiscale e quindi politica dell’Europa nella cornice UE-NATO.
Mondo 2015 - fdIl tempo inoltre stringeva perché, nel frattempo, sia l’Eurasia che l’Africa erano in forte crescita, ponendo le basi non solo per una futura competizione con Washington, ma rappresentando anche potenziali rivali nell’aggregazione con il Vecchio Continente: se l’Europa si saldasse all’asse Mosca-Pechino, oppure si formasse un triangolo Europa-Russia-Medioriente, gli Stati Uniti tornerebbero automaticamente al ruolo rivestito fino al 1914. Periferia del mondo.
Qualcosa però non procede come previsto nel processo di unificazione europea e la crisi dell’euro, largamente prevedibile come può esserlo quella d’un qualsiasi regime a cambi fissi, non partorisce gli Stati Uniti d’Europa nell’arco di tempo 2009-2012. A questo punto le élite anglofone cominciano a sudare freddo e si attivano immediatamente per impedire che si apra il recinto, consentendo ai buoi di fuggire dall’Unione Europea. I padroni del vapore devono quindi:

  • bloccare le forze centrifughe dell’eurozona e immaginare un progetto di inglobamento alternativo dell’Europa: il TTIP 
  • fare terra bruciata attorno al Vecchio Continente, impedendo qualsiasi processo di integrazione alternativo: sponda nord o sponda sud del Mediterraneo, Germania-Russia, Italia-Russia-Libia, etc. etc.

La primavera araba, le rivoluzioni colorate, il caos libico, il conflitto siriano, il terrorismo dell’Isis e la guerra in Ucraina sono quindi strumenti con cui le élite finanziarie anglofone puntellano l’eurozona in attesa di assimilare il Vecchio Continente nella “NATO economica”, il TTIP.
Se domani scoppierà una bomba dell’Isis a Roma, una rivoluzione ad Algeri o un ordigno nel municipio di Donetsk, avete una chiave di lettura per inquadrare l’avvenimento in un più ampio sistema.

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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