Un pavido, anche se ricco e geniale

berlu2Ripresentatosi nel teatrino della politica, il Cavaliere annunciò: faremo una commissione d’inchiesta che indaghi sull’incarico di governo conferito a Mario Monti. Il diabolico professore non ha avuto difficoltà a prenderlo in giro, presentando l’annuncio come una delle stravaganze di Berlusconi. Con quelle parole Berlusconi aprì uno spiraglio dal quale, come le stanze nelle quali c’è un morto ammazzato nascosto da tempo, provenne un puzzo insopportabile. Subito dopo tuttavia Berlusconi richiuse la fessura e, allo stato dei fatti, il suo, più che un annuncio, ha la veste di un misterioso messaggio minatorio che si conclude con un “altrimenti spiffero tutto”.

annuncioAbbiamo imparato da tempo che esiste un sistema al di sopra dei normali rituali democratici, nel quale l’economia e la finanza vengono strutturate e plasmate, senza alcuna consultazione con gran parte dei governi europei, i cui rappresentanti, quelli italiani in particolare, quando riuniti nei vari fori transnazionali, devono solo fare finta di approvare quanto altri hanno già deciso per loro.

A similitudine della cupola mafiosa, sulle nostre teste grava un sistema nel quale le banche internazionali, il fondo monetario, la Bce e la piramide Rothschild sono solo alcune delle centrali che decidono del futuro dell’economia, senza alcuna riverenza per le istituzioni democratiche.

In questa area infetta del pianeta circa tre anni fa decisero che il Mediterraneo dovesse infiammarsi. Chi controlla l’economia globale non si lascia sfuggire la possibilità di collocare in questo o quel governo, in questa o quella presidenza della repubblica chi sia disponibile a seguirne i dettami con cinica devozione.

Goldman-EuropeSe il Cavaliere evocava questo, annunciando una “commissione d’inchiesta”, come il lettore può osservare, egli fu più reticente di chi scrive. Allo stato dei fatti, Silvio Berlusconi appare come quelle comari, le quali, alludendo alle corna del vicino di ballatoio, un momento prima di svelarne le tresche s’arroccano dietro un “non fatemi parlare”, più che altro preoccupate che non affiorino anche le proprie magagne.

Se Berlusconi non avesse avuto nulla da temere, avrebbe detto: ”Istituiremo una commissione d’inchiesta perché l’incarico a Mario Monti è stato conferito così, così e per queste ragioni…” fornendo un’accusa strutturata e motivata, a causa della quale avrebbe naturalmente scatenato le più roventi polemiche; essa tuttavia sarebbe stata comprensibile per l’elettorato e a suo modo chiarificatrice anche delle vicende economiche che ci affliggono. Berlusconi non ha fatto così e ha preferito l’allusione effimera e reticente all’accusa con dati di fatto. Questo significa, fino a prova contraria, che egli se non è (o non è più) parte di quel sistema che opera sulle nostre teste, aspira a (ri)entravi; egli non offre dunque più garanzie dei concorrenti che vorrebbe schizzare di fango.

Quando, anni fa, Berlusconi affrontò nei duelli televisivi Romano Prodi, che si era appena tolto il camice di consigliere internazionale di Goldman Sachs, poi indossato da Mario Monti, lo staff di via dell’Umiltà gli preparò una quantità di schede che descrivevano il ruolo di Prodi nella crisi economica del 1992-1994 e nelle speculazioni contro la lira. Silvio Berlusconi preferì non farne parola e uscire sconfitto dai duelli televisivi. Insomma scelse di non toccare la cupola finanziaria internazionale. Non sembra aver mutato parere.

Se vuole esser credibile, dopo tutte le piroette con le quali ci ha danneggiato e, non dimentichiamolo, ha propiziato l’avvento del diabolico professore, Berlusconi deve vuotare il sacco con gli elettori dai quali chiede il voto.

Questa è l’unica prova di credibilità che egli può dare, ma che non darà mai, perché è un pavido, ricco e di genio, ma pur sempre un pavido.

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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15 risposte a Un pavido, anche se ricco e geniale

  1. F. scrive:

    Sono in piena sintonia con Laporta; credo proprio pero’ che il pavido (e furbetto) Cavaliere restera’ muto sugli aspetti piu’ importanti di quanto ha solo in parte rivelato. Oggi anzi apprendiamo che pur bacchettando Monti, egli propone Draghi al Quirinale (!).

  2. MT. scrive:

    I miei complimenti per l’articolo, concordo su tutto.
    Saluti

  3. Renzo Romano scrive:

    Accanirsi contro un politico che è in ginocchio e sta tentando di rialzarsi, tacciandolo di “pavidità”, mi sembra impresa facile e anche un pò maramaldesca. La sua storia politica mi pare caratterizzata da tante sciocchezze, dai cucù alla Merkel con annesso commento irripetibile ai bunga bunga veri o attribuiti, che può permettersi, forse, un ricco bauscia milanese ma non un Premier in carica; ma anche da una visione assolutamente essenziale per l’Italia: quella di desovietizzare l’ultimo Paese del blocco “socialista reale” rimasto tale a 20 anni dalla caduta del muro, rendendolo una liberaldemocrazia alla pari degli altri Paesi europei, anche ex Patto di Varsavia. Non ci è riuscito, grazie all’ignobile combinazione di magistratura, stampa, televisione che ne hanno distrutto l’immagine in Italia ed all’estero, secondo le collaudate procedure usate dalla macchina comunista forgiata dai maestri del PCUS, e grazie anche alle sue sciocchezze. E grazie pure a quanti di noi, invece di percepire il pericolo di una possibile statalizzazione permanente dell’ìItalia, si prendono il vezzo, molto radical chic, di ironizzare sul fatto che, dopo le bastonate ricevute, si tiene sul vago e non precisa addebiti che possono essere determinati solo da una commissione d’inchiesta, appunto. Penso che dovremmo tutti essergli grati per la sua visione, una visione che dovremmo cercare di tradurre in realtà, probabilmente senza di lui, ma con lo stesso spirito innovatore e lo stesso amore per l’Italia.

    • Piero Laporta scrive:

      La ringrazio vivamente per questo commento, ma contro i fatti non valgono gli argomenti.
      È un fatto che Berlusconi abbia tirato fuori dal cilindro la “commissione d’inchiesta” per poi lasciarla irridere da Monti, senza spiegare all’elettorato che cosa intendesse dire e fare.
      È un fatto che altre due commissioni d’inchiesta, affidandole a degli incapaci, le ha mandate in malora a vantaggio degli inquisiti.
      È un fatto che non spiega perché dovrebbe realizzare ora, mentre è più debole, quanto non ha fatto nei venti anni precedenti.
      È un fatto che ha delegato, per sua stessa ammissione, funzioni strategiche di governo. Chi delega le funzioni strategiche è un incosciente. Un imprenditore non lo farebbe.
      È un fatto che, giunto allo scontro strategico sulla Libia, non solo ha tradito l’amico più volte pubblicamente omaggiato, ma lo ha bombardato ubbidendo agli ordini di chi lo dileggiava. Tanto valeva tenersi Dalema, tra l’altro suo amico.
      Come vede il maramaldo non è l’estensore di queste righe. D’altro canto, poiché nessuno poté mai udire da me un “servo encomio” quando il Nostro era in sella, le mie analisi correnti non sono “codardo oltraggio” e se lei s’ostina a definirle “maramalde” non può che riferirle a uno (politicamente) morto e su questo possiamo concordare.

  4. g. la grassa scrive:

    sono perfettamente d’accordo. Avevo riportato in Conflitti e Strategie la notizia della richiesta (ripresa dal Giornale), sostenendo appunto che si trattava solo di un “avvertimento”. Ho chiamato spesso Berlusconi “coniglio”. Soltanto non credo che sia geniale, ma piuttosto sciocco
    e anche molto ignorante di storia e di politica.

    • Piero Laporta scrive:

      Grazie, caro La Grassa. Avevo notato quella sua arguta osservazione. Il titolo di “genio” non mi sento ancora di rinnegarlo dopo quello che combinò nel 1994; quello di “schiocco” (ma con la C maiuscola) è tuttavia sempre più aderente alla realtà dei fatti. Credo che con le elezioni del presidente della repubblica, nella prossima primavera, si chiarirà definitivamente quale sia la collocazione di Berl.

  5. Eugenio Orso scrive:

    Mi complimento per la lucidà dell’analisi. Condivido il giudizio dato su Berlusconi (“voglio ma non posso” con la sua denuncia dell’irregolare e incostituzionale avvento di Monti). Berlusconi è rimasto scottato dalla sorte che hanno riservato al suo IV esecutivo i dominanti finanziari globali. Credo che abbia ancora un po’ di timore, e perciò non vuota completamente il sacco. Per non fare una fine simile a quella del povero Gheddafi, in casi estremi di scontro con il potere modialista?

    Tuttavia esiste la speranza che un Berlusconi con le spalle al muro, in campagna elettorale, possa far danni al sistema (e alla stessa architettura di potere eurounionista, basata sulla “difesa” della moneta unica) sollevando la scottante questione della sovranità nazionale in Italia. Ma ciò accadrà soltanto se i padroni globali metteranno Berlusconi alle strette.

    Saluti

    Eugenio Orso

  6. Ghilgamesh scrive:

    Berlusconi Silvio Tessera 1816.

  7. salvatore ricciardini scrive:

    Se per pavido intende pauroso ,non penso che sia una brutale accusa. Se invece intende vile e vigliacco ecco.questo gli sta tutto.La Libia.Ghedaffi insegna.Prima riceverlo con gli onori e poi come Giuda tradirlo . Non d’accordo con gli americani ma trascinato come un somarello al seguito.

    • Piero Laporta scrive:

      Rispondo a Buffagni e Ricciardini.
      Chi si pone a capo d’una compagine governativa può subire pressioni che lo portino alla paura o almeno al timore. Se prova l’una e l’altro, com’è umanamente possibile, non ha tuttavia alcun diritto a farsi guidare dai loro effetti. Chi manca delle capacità necessarie a mantenere la rotta anche nella tempesta può fare altri mestieri, per esempio l’imprenditore, ma il capo d’un governo d’un paese sovrano assolutamente no. Se quindi crede, nonostante tutto, di poter fare ancora politica è evidentemente perché la sovranità del paese è una questione per lui superata e non significativa.

  8. Roberto Buffagni scrive:

    Concordo sillaba per sillaba. Di capi che scappano, l’Italia ne ha avuti anche troppi, e sarebbe ora di smetterla.
    Se l’operazione “taglio delle estreme” che Monti ha annunciato riuscirà, almeno il nemico ci avrà reso un segnalato servigio: ricondurre lo scontro sul suo vero crinale, che non è (più) destra/sinistra, ma globalismo/sovranismo.

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