Battaglia per il Quirinale

Giochi proibiti mentre  il cambio al Colle s’approssima. Scrivemmo: la vera battaglia è per il Quirinale; le prime schermaglie sono tuttavia più aspre di quanto prevedevamo. A ottobre scrivemmo che la politica era in subbuglio per l’arrivo di un nuovo candidato:«La “piattaforma Rockefeller” (cerchia industriale, contrapposta a quella finanziaria di Goldman&Sachs) – scrivemmo – sosterrà alle prossime elezioni politiche italiane un candidato del tutto nuovo. Agli investitori statunitensi sono associati i maggiori gruppi cinesi e, più defilati, tedeschi e inglesi, ben decisi a rottamare tutti…» Questo non poteva essere gradito neppure a Mario Monti.

Le dichiarazioni di Mario Monti e il contrappunto di Giorgio Napolitano nell’ultimo quadrimestre del 2012: “episodicità del mio impegno a palazzo Chigi”, era il  9 settembre; quattro giorni dopo: “Il mio futuro? Devo riflettere”. A fine settembre Mario Monti, dopo aver smentito più volte di volersi candidare, dette segnali opposti: “Se mi chiamano…” disse. Dal Quirinale arrivò una bacchettata e Monti la incassò come un alunno disciplinato. Era il segno inequivocabile che c’era un patto. L’unico possibile in quel momento concerneva un ticket a palazzo Chigi, fra lui e Bersani, che effettivamente si è svelato agli inizi di questo mese. Poi quel patto evidentemente saltò, perché la Piramide aveva deciso diversamente.

piramide10Gli agganci di Monti a Washington e in Europa sono di gran lunga migliori di quelli di tutti i suoi concorrenti. Questo fermò chi, Oltreatlantico, intendeva contrapporre un nuovo soggetto politico a Bersani, con un’operazione simile a quella del 1994, quando pescarono Berlusconi per contrapporlo a Occhetto.

Impantanatosi Matteo Renzi, solo Mario Monti è il candidato gradito a Washington come a Berlino. Egli ha quindi necessità che al Colle approdi uno di fiducia. Questi non può essere l’impresentabile Giuliano Amato (le sue tre pensioni da mille euro al giorno scatenerebbero la piazza), né Romano Prodi, poco affidabile per la NATO. Nemmeno va bene Massimo D’Alema sul Colle, strettamente legato al concorrente PierLuigi Bersani.

Berlusconi è quindi sceso in campo per trarre profitto dalla lotta intestina fra quelli che lo impallinarono quand’era presidente del consiglio. Per aggiungere confusione a confusione, ha lanciato la candidatura al Colle per Mario Draghi, un’ipotesi che piacerebbe sia al professore che alla Merkel, potendo costei tentare un’ulteriore penetrazione tedesca nella BCE.

Sarà Napolitano a soccorrere Monti. Zitto zitto, prepara una brutta sorpresa per l’odiato D’Alema: una bella quota rosa per il Colle, che spiazzi ogni candidatura dalemiana o affine.

In questo scenario da basso impero sono iniziati i dossieraggi. Un gioco facile quando non c’è un solo attore che sia garante di interessi nazionali, mentre tutti riferiscono a interessi esterni o a quelli propri.

Il primo fascicolo, proveniente dalle fogne della repubblica, ha impallinato uno degli aspiranti al Quirinale, Romano Prodi, con la storia del suo coinvolgimento con Dagong, “superagenzia” cinese di rating di caratura globale.

Il secondo lo stiamo leggendo in questi giorni, col Monte dei Paschi.

Mario Monti ha avuto gioco facile a chiamare in causa il PD, mentre l’ombra d’una supertangente si profila all’orizzonte e questa volta non pare vi sia un omologo di Raul Gardini disponibile a farsi suicidare.

“Vi sbraniamo” urla Bersani, insolitamente fuori misura. Un frastuono inutile che non distoglie l’attenzione di chi indaga su MPS.

Siamo solo all’inizio d’una battaglia sanguinosa che presto si manifesterà con altre sorprese. Scommettiamo? Chiunque s’oppone a Monti avrà problemi di qui alle elezioni.

Scrive Libero quotidiano:«Il Monte dei Paschi “strappa” Antonveneta dalle mani del Banco Santander nel 2007 (il passaggio ufficiale avvenne nel 2008) per 9 miliardi ma, si legge ancora dalle cronache di Repubblica,  gli spagnoli avrebbero chiuso, felici, per 7 miliardi. Felici perché a 7 avevano praticamente già raddoppiato l’investimento. I due miliardi aggiunti dal generoso Mussari «è la provvista della tangente», scrive il quotidiano romano, «o, almeno, è questa l’unica logica spiegazione». Per dare forza alla sua tesi, Repubblica descrive il metodo utilizzato da Mps per il pagamento a Santander: due conti separati, 7 miliardi versati direttamente a Madrid, 2 miliardi su un conto di una banca londinese». Quando si dicono le coincidenze: ad aprile 2007 nacque il PD e, si sa, la politica mica si fa con le salsicce della festa dell’Unità.

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Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
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19 risposte a Battaglia per il Quirinale

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  5. giocondo brogi scrive:

    Quote rosa L’unica potrebbe essere la On.BONINO (PR)
    poichè On.BINDI o la Onorevole protettrice delle Bidelle (che spazano le aule scolastiche) sarebbero TRAGICHE IATTURE per l’Italia. Peggiori deigli ultimi presidenti della Repubblica
    che escludendo il Presidente CIAMPI sono state delle disgrazie per l’Italia e per gli italiani,anche se la maggior parte non se ne sono resi conto.

  6. rinus scrive:

    Egregio Generale,Lei aveva puntato su D’Alema ,mentre Blondet puntava su Mario Draghi. Modestamente io avevo
    suggerito la Finocchiaro,riflettendo sul fatto che è- ex magistrato-catanese-comunista e donna.L’UNIONE FA LA FORZA. Ho sentito e letto che ha fatto una gaffe ,una cosa che ho trovato esagerata da parte di questi giornalisti alla fame,scrivono quello che gli chiedono i datori di lavoro.Però ,mi auguro che il professore M.M venga annientato dalle imminenti elezioni e con lui i due bolognesi, dei quali uno prenderà forse appena l’uno per cento e l’altro spera nei fans di Cuffaro per avere il tre per cento

    • Piero Laporta scrive:

      Caro Ricciardini, non punto proprio su nessuno perché non me ne frega nulla di costoro. Ho disegnato uno scenario, in cui D’Alema è uno dei tanti possibili aspiranti al Colle.
      Se mi chiama ancora generale la porto in tribunale 🙂

  7. Mario scrive:

    Perché le due famiglie ebraiche più ricche si sono divise
    In finanziarie e industriali? Immagino si misero d’accordo.
    Immagino che ciò che fa arricchire senza nulla fare, cioè
    stampare e creare dal nulla il denaro, sia la cosa più ambita. Ma sai che noia!

    Vedo Casini presidente. Offre perfette garanzie. Suo
    suocero è ormai dentro quel mondo visto sopra. A Monti
    voterebbe pure la tassa sul macinato, facendoci una filippica
    in bolognese.

    Il tangentone Max da 2 mld che ha intuito lei in 3 minuti d’analisi, lo lascerebbe ben occultato da presidente del CSM. In più, si dice cattolico. Quanto di meglio per ingannare tutti e continuare ancora qualche anno a giugulare il popolo (che, però, dopo si ribellerà).

  8. Dino scrive:

    Le premesse indicate nell’articolo sono interessanti, come la “comedia” che stiamo vivendo ogni giorno. Quella di oggi che “… la manovra dipende da chi vince le elezioni …” dimostra che il “bene comune” è una favola.
    Certo la finanza ed i poteri forti ad essa collegati, avranno un bel lavoro per convincere la gente ad andare a votare.
    Staremo a vedere

  9. Elio Paoloni scrive:

    Federico, La trovo ottimista. Magari CHIUNQUE avesse intenzione di gestire l’uscita dall’euro. Solo Grillo, che non potrà governare, sarebbe intenzionato, forse.

  10. dott. Angelo D'AMORE scrive:

    LA CASTA LADRA POLITICA
    E’ proprio vero: i ricchi cercano di accrescere sempre di più i loro tesori predando i poveri e il popolo.
    Quando penso a come deve essere un “uomo politico” per ben governare, la mia mente corre ai vari dialoghi di PLATONE proposti quali metodiche organizzative della polis nel suo scritto la “REPUBBLICA”.
    Egli sosteneva che sul terreno politico la STATO BUONO e GIUSTO forse è possibile; ma nell’AMBITO ETICO la sua realizzazione, da parte dell’UOMO DABBENE, non soltanto è possibile, bensì doverosa. Occorre, pertanto, una RIFORMA MORALE quale esigenza di un continuo perfezionamento individuale e sociale. Inoltre, occorre educare il popolo/elettore alla scelta dei valori veri e, di conseguenza, a votare gente onesta e perbene che voglia interessarsi veramente delle persone e non di altro (rectius: proprie tasche).
    Il nostro Governo, (come altri in passato hanno fatto e in futuro altri ancora, faranno), per trovare una foglia di fico sulle loro evidenti nudità d’impotenza politica, adduce, mentendo sempre, la stessa ragione dei debiti ereditati. E invece di risparmiare, si aumenta lo stipendio, spendono cifre rispettabili, inspiegabilmente in spese inutili, ingiuste e impopolari. Tra queste i vitalizi sono un obbrobrio e una vergognosa nefandezza perpetuata verso la povera gente che vive di stenti e sacrifici.
    L’Italia è sempre stato un paese da occupare per molti popoli (e da caste): i politici sono gli ultimi invasori.
    Siamo allo sfascio (rectius: alla deriva/alla frutta). Con questo modo di governare, mi dispiace dirlo, non andremo avanti. O meglio, andranno avanti solo loro e i confratelli, mentre la massa cadrà nel baratro dell’ingovernabilità e della crisi più nera e profonda. Questo è diventato il paese di nessuno (almeno una volta si diceva che fosse di qualcuno: di Arlecchino sic!).
    Fatevi avanti politici onesti (anche se pochi), rispondete se ci siete! Ecrasez l’infame. Saluti A.D’AMORE

  11. sara scrive:

    Visti i tempi…. manca giusto la Bonino al Quirinale!

    • Piero Laporta scrive:

      O la Finocchiaro… o la Buongiorno; più d’una Salomè è disposta a sacrificare l’ultimo velo al Tetrarca … L’alternativa del diavolo potrebbe essere un Mario Monti al Quirinale col suo partito a dare manforte a Bersani a palazzo Chigi, mentre Dalema rosica sulla barca di Prada.
      Si ammazzeranno l’un l’altro – politicamente, ma non è detto – ed è la parte finale dello spettacolo, quella che non voglio perdermi.

  12. Federico scrive:

    Il colpo di MPS è certamente mirato a indebolire il PD per essere certi che si carichi Monti. Il mio commento è: facciano cosa vogliono. I sacrifici imposti a Italia, Spagna e Grecia per salvare l’euro sono ormai insostenibili. Chiunque sarà al Quirinale o Palazzo Chigi nei prossimi 18-24 mesi dovrà gestire l’uscita dell’Italia dalla moneta unica. Auguri e, per i responsabili di questo scempio, arrivederci a Norimberga.

  13. alessandro scrive:

    Ciò che più sorprende, di questo “nuovo” caso relativo al MPS, è lo stupore ipocrita dei militanti PD. Non bastava la compiaciuta domanda/affermazione di Fassino: “allora, abbiamo una banca?!” per far meglio comprendere che il Partito Democratico non era poi tanto diverso dalle altre organizzazioni politiche concorrenti. Oggi, leggendo la stampa, nonostante sembrerebbero più che evidenti le relazioni pericolose tra questo partito e gli ex vertici della antica banca senese, da parte dei veri “democratici-doc” si odono reazioni scandalizzate da vergini illibate di LESA MAESTA’, unite alle maschie minacce e accigliati avvertimenti di Bersani a chi osi porre l’assillo del dubbio.
    Il Partito, come la Fede religiosa, non tollera perplessità, nè tantomeno irriguardosi sospetti. Guai a chi osi dubitare sulle mani pulite (per assunto dogmatico) del “partito-dei-migliori”.
    Ma, per il prossimo futuro, chi è stato allevato alla dolce scuola della certezza (Frattocchie docet) avrà molto da meditare all’amara scuola della realtà che, per definizione, abitua al più utile dubbio cartesiano.

  14. gianfranco scrive:

    Chiunque salga al colle avra’ un compito arduo : far smettere questa politica di mangiatari a sbaffo .

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