Il Rifiuto Ideologico di Guardare la Realtà

Taluni, stuzzicati sulle malefatte del PD e di FI, come sull’immigrazione, reagiscono persino con insulti. Altri non mi rivolgono più la parola, afflitti dal rifiuto ideologico di guardare la realtà. Pazienza. La fine del PD e di Forza Italia è alle viste; le ferite puzzano e infettano chi vi si accosti.

Un esperto di politica estera, quando ha ricevuto da me un video di Gianfranco Lagrassa, “Chi è il vero razzista” (si può vedere qui), ha dato del rincitrullito all’autore in ragione della sua età avanzata, quindi ha proseguito evocando vaneggianenti (non so dire se miei, di Lagrassa o di ambedue) a suo dire riconducibili al “complottismo” e al “piano Kalergy”, sebbene non mi sia mai neppure accostato a teorie complottiste, piuttosto analizzando fatti separati da opinioni. Non di meno ho sorriso, offrendo un documento incontrovertibile, un video di cui non è protagonista né Rocco Casalino né Matteo Salvini, bensì un’icona del politicamente corretto, un’icona sacra come Emma Bonino. Nel suo video (vedi qui) essa svela che Matteo Renzi, violando gli accordi di Dublino, nel 2016 portò tutti gli sbarchi in  Italia, per ottenere dalla UE la flessibilità sul bilancio: un mercimonio a spese degli italiani e dei migranti. A quel punto la discussione s’è fatta imbarazzante, col mio interlocutore che fingeva di non vedere e non  sentire.

Un altro, destinatario del medesimo video, mi attribuisce un’apertura di credito senza condizioni al governo Lega-M5S. Questo, lo confesso, mi ha un po’ offeso. Il mio (nonostante tutto) amico mi conosce da mezzo secolo e sa bene che mi sono sempre imposto di non piegare la schiena davanti ad alcuno, tanto più se potente e investito di responsabilità istituzionali.
È vero, sono stato il primo fra i giornalisti italiani, dopo l’apertura delle urne del 4 marzo ’18, a sostenere la necessità che M5S e Lega si unissero per governare (leggi qui), un’alleanza a breve termine, per riformare la legge elettorale e la Costituzione, per poi tornare alle urne. È mia radicata abitudine analizzare i rapporti di forza e, solo in base a questi, individuarne gli sviluppi possibili. Le mie convinzioni, allora come oggi, non sono affatto una cambiale in bianco. Mi sembrava fosse chiaro. Ho dovuto invece riconoscere di aver mancato di chiarezza. Per rimediare, dovendo illustrargli perché mi sento distante dai Renzi-Boschi, con le loro falsità su Carige, gli ho inviato il limpido pezzo dell’ottimo Claudio Antonelli su La Verità del 9 gennaio, per spiegare che cosa è davvero avvenuto con le banche, ieri col governo Renzi e oggi col governo Conte. (leggi qui). Per tutta risposta il mio amico ha concluso: «Quindi con questa nuova classe dirigente finalmente possiamo dormire sonni tranquilli. Quelli pericolosi ormai sono stati neutralizzati e ci attende un futuro roseo. Bene». Una presa in giro sarcastica, pur di nascondere la propria partigianeria.
ll ragionamento o è rigoroso o non è. L’espediente d’una litote per attribuirmi un’affermazione al di là delle mie motivate asserzioni («Quindi con questa nuova classe dirigente finalmente possiamo dormire sonni tranquilli. Quelli pericolosi ormai sono stati neutralizzati e ci attende un futuro roseo.») non cancella la realtà: siamo stati governati da criminali ladri, organizzati come e peggio d’una mafia (leggi qui).
Non di meno affermo da sempre che i governanti di oggi, piacciano o meno, sono conseguenza dei farabutti di ieri. Sono della stessa razza, sono migliori, sono peggiori? Lo diranno i fatti. D’altra parte, quanto avvenne in passato si sapeva da tempo, specialmente fra i dirigenti dello Stato, quelli che oggi si agitano per i tagli alle loro pensioni, dopo aver chiuso gli occhi per 27 anni, su una montante criminalità politica al potere.
Forza Italia e Partito Democratico non sono stati neutralizzati, come teme il mio amico. Essi hanno perso le elezioni; questo non significa affatto che siano neutralizzati. Essi sono pronti a ricompattarsi e persino allearsi pur di tornare al potere, a rubare e svendere l’Italia (leggi qui).
Costoro d’altronde occupano tuttora gran parte della rete di controllo del paese. Chi ne dubiti osservi con quanta disinvoltura è stata accantonata la questione delle falsità propalate dal Corsera durante la trattativa con La UE sulla manovra finanziaria.
Sono le falsità che Forza Italia, Partito Democratico, con stampa e tivvù collaborazioniste, hanno propalato di conserva. Sono falsità da codice penale e da sanzione dell’ordine dei giornalisti. Il silenzio è invece l’unica risposta, per ora. La denuncia è giunta da Ivo Caizzi, corrispondente da Bruxelles del Corsera (leggi qui).
Siamo quindi in mezzo al guado, altro che “neutralizzata la vecchia classe politica”, come il mio amico afferma (o teme).
La dissoluzione di FI e PD è pertanto oggi indispensabile per dare vita a una nuova formazione politica. Tale evoluzione può partire da Lega e M5S? Forse sì, forse è necessario, di certo non è sufficiente.
Un punto è però fermo e chiaro: le prossime elezioni europee hanno un valore strategico come le elezioni del 1948. La legge ferrea della democrazia – chi ha sbagliato paga nelle urne elettorali – deve essere onorata tanto per i vecchi come per i nuovi politici. Non serve e neppure è utile credere che i vecchi marpioni debbano sopravvivere comunque. 
Che cosa avverrà dopo le lezioni europee? Conviene a tutti – anche ai miei amici ciechi e sordi – un’evoluzione politica che superi la logica destra-sinistra, utile solo a chi ci ha visto (e sfruttato) come i capponi di Renzo. La contrapposizione comunismo-fascismo è utile solo a quanti vogliono svendere e comprare  l’Italia (leggi qui). L’unico vero pericolo è un ritorno al governo del crimine organizzato.
Il superamento delle vecchie logiche è un’evoluzione che esige non si sa quanto tempo. Quanti sottolineano le responsabilità e gli errori correnti di Salvini e Di Maio fanno bene se intendono e hanno diritto di criticare; fanno invece male se nascondono il rimpianto delle cosche che ci hanno governato fino a ieri,  dimenticando che a Dimaio e Salvini sono ascrivibili errori (se errori sono davvero lo si vedrà ben presto) per segmenti temporali recenti e in ambiti, sì importanti, tuttavia per ora molto, molto ristretti. L’Italia, non dimentichiamolo, precipita dal 1992, ventisette anni. Non si risolleverà quindi in ventisette giorni né in sessanta settimane.
La classe dirigente oggi al governo è quindi l’unica in grado – forse – di evitare una deriva violenta. Il futuro? Non lo so, è nelle mani di Dio; speriamo che Egli ci aiuti. © www.pierolaporta.it

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
Questa voce è stata pubblicata in polis e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.

2 risposte a Il Rifiuto Ideologico di Guardare la Realtà

  1. oscar scrive:

    Che dire? Sottoscrivo ogni parola della tua analisi.
    Tuttavia, occorre considerare che da sempre esistono persone con il prosciutto sugli occhi, che gliel’abbia messo qualcuno o che se lo siano messo da soli. Occorre prendere coscienza che con gli slogan non si va da nessuna parte. Si diventa solo degli inconsapevoli idioti utili al potere. L’antidoto? Sgombrare la mente dai pregiudizi e verificare sempre le prospettive diverse di un fenomeno o di un problema con lo studio più laico possibile. Solo i paranoici hanno idee fisse. La realtà è sempre mutevole e, soprattutto, mistificabile.

    • Piero Laporta scrive:

      Il falso non è falsificabile, altrimenti sarebbe vero, disse Popper. La verità è falsificabile, quindi, non la falsità. Ecco perché quando si dà qualcosa per assolutamente incontrovertibile, è il momento di approfondire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *