Che disdetta, è morto pure Cherif

Per capire quanto è accaduto ieri, rammentiamo quanto avvenne a marzo del 2012. Regnava Nicolas Sarkozy.

Fu arrestato il 1º luglio 2014 nella procura di Nanterre, per corruzione. Nel 2012 la sua stella brillava ancora ma meno di un anno prima, quando aveva massacrato Gheddafi, ne aveva saccheggiato petrolio e ricchezze, gettando la Libia nel caos. I capitali di Gheddafi sparivano. La gente mormorava. Sarkò necessitava d’un diversivo. Arrivò come un miracolo con tre attentati a Tolosa e Montauban. Morirono tre poliziotti e quattro civili ebrei, oltre a cinque feriti quattro dei quali gravi. Alle 3.20 del 21 marzo 2012 il Raid, corpo speciale della polizia, assalì la casa di Abdelkader Merah, 29 anni, responsabile dei tre attentati. Fu ucciso con un precisissimo colpo alla testa. L’assedio durò trentadue ore. Un corpo speciale(?) assale una casa e dopo 32 ore 32 non prende vivo l’attentatore e gli fa sputare tutte le informazioni possibili. No, lo fredda con un colpo alla testa. Sarebbe stato sufficiente, per esempio, neutralizzare Merah con gas inabilitante, aspettando con calma fosse addomesticabile. In tal caso, sì, 32 ore sarebbero state giustificate. I tiratori scelti gli spararono in testa, quando avrebbero potuto tirargli sulle e sulle gambe (bersaglio più agevole della testa) per averlo alla mercé. L’operazione speciale(?) di 32 ore rimarrà nel Guinnes delle panzane dei servizi segreti. Oppure sarà surclassata dal vaudeville dell’altro ieri a Strasburgo.

[cryout-pullquote align=”right” textalign=”justify” width=”33%”]Come Abdelkader Merah sei anni fa, Cherif Chekatt è ucciso e porta con se ogni spiegazione di quanto è accaduto. Oppure la sua morte è la spiegazione di quanto sta accadendo. [/cryout-pullquote]

Cherif Chekatt era noto alla polizia fin dalle elementari. La casa gli fu perquisita innumerevoli volte, l’ultima alle 10 di mattina (non di notte, com’è usuale) prima della strage. Trovano armi e granate, mica datteri o fichi secchi. Eppure è entrato indisturbato in scena a Strasburgo. Massacro. Ferito, sfugge ben tre volte all’accerchiamento. Si serve persino d’un taxi per filarsela. Dato per fuggito in Germania, era invece poche centinaia di metri dal luogo dell’attentato, in uno stabile accanto a quello in cui la polizia era entrata poche ore prima sfondando un portone. Esce in strada. Una signora lo riconosce, lo vede ferito, avverte la polizia. Lo accoppano perché “ha sparato per primo”. Che film è questo? Il regista si direbbe il medesimo del 2012, senza grandi progressi tuttavia.

Come Abdelkader Merah sei anni fa, Cherif Chekatt è ucciso e porta con se ogni spiegazione di quanto è accaduto. Oppure la sua morte è la spiegazione di quanto sta accadendo. Se tanto  i dà tanto, la parabola di Emmanuel Macron va concludendosi come quella di Sarkò, con le manette per fare posto a un altro del suo stampo.

Quando si dice la coincidenza, Benjamin Griveaux, portavoce di Emmanuel Macron, si appella ai gilet gialli. La loro rabbia «è stata espressa e ascoltata». Macron «ha dato una risposta». Griveaux quindi conclude: «Chiediamo, responsabilmente, di essere ragionevoli sabato e di non andare a protestare».  Eh già, sennò che cosa è morto a fare Cherif? 

Controcanto di  Richard Ferrand, presidente dell’Assemblea nazionale francese: «È venuto il momento che i gilet gialli si fermino».

Il popolo in giallo invece se ne frega. Coraggio, aspettiamo un altro film. I servizi francesi hanno già avviato il casting. Inettitudine?  Taluni lo affermano. Se passano da inetti, ai servizi francesi, efficienti e agguerriti, può solo far piacere. Un servizio che mette a segno un colpo non ne mena mai vanto.

Ah, dimenticavo. Cherif ha ricevuto una telefonata dalla Germania prima dell’attentato di Strasburgo. Lo riferisce l’intelligence francese. Non sarà che la Merkel si portava avanti, prenotandosi a sua volta per qualche servizietto del defunto? Questa è l’Europa che vuole darci lezione. www.pierolaporta.it

 

Informazioni su Piero Laporta

Dal 1994, osservate le ambiguità del giornalismo italiano (nel frattempo degenerate) Piero Laporta s’è immerso nella pubblicistica senza confinarsi nei temi militari, come d'altronde sarebbe stato naturale considerando il lavoro svolto a quel tempo, (Ufficio Politica Militare dello Stato Maggiore della Difesa). Ha collaborato con numerosi giornali e riviste, italiani e non (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Limes, World Security Network, ItaliaOggi, Corriere delle Comunicazioni, Arbiter, Il Mondo e La Verità). Ha scritto “in Salita, vita di un imprenditore meridionale” ed è coautore di “Mass Media e Fango” con Vincenzo Mastronardi, ed. Leonardo 2015. (leggi qui: goo.gl/CBNYKg). Il libro "Raffiche di Bugie a Via Fani, Stato e BR Sparano su Moro" ed. Amazon 2023 https://shorturl.at/ciK07 è l'inchiesta più approfondita e documentata sinora pubblicata sui fatti del 16 Marzo 1978. Oggi, definitivamente disgustato della codardia e della faziosità disinformante di tv e carta stampata, ha deciso di collaborare solo con Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti. D'altronde il suo più spiccato interesse era e resta la comunicazione sul web, cioè il presente e il futuro della libertà di espressione. Ha fondato il sito https://pierolaporta.it per il blog OltreLaNotizia. Lingue conosciute: dialetto di Latiano (BR) quasi dimenticato,, scarsa conoscenza del dialetto di Putignano (BA), buona conoscenza del palermitano, ottima conoscenza del vernacolo di San Giovanni Rotondo, inglese e un po' di italiano. È cattolico; non apprezza Bergoglio e neppure quanti lo odiano, sposatissimo, ha due figli.
Questa voce è stata pubblicata in polis e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

12 risposte a Che disdetta, è morto pure Cherif

  1. Oscar scrive:

    Perché prendersela sempre con dei poveri islamisti assassini e teleguidati? Oggi i veri nemici sono i gilet gialli e i sovranisti. Questi ultimi sono i responsabili della morte di un giovane europeista. Un martire morto per l’europa! Mica a causa di una folle religiosità nichilista. Non ci credete? Chiedete alla Bonino.

    • Piero Laporta scrive:

      Quando muore qualcuno di costoro, a Il Cairo come a Strasburgo, le prefiche si sciolgono in lacrime. La gente che soffre e muore dal 1992 non è rilevante. Questo prevede il protocollo. Ci vediamo alle elezioni.

  2. sigmund scrive:

    Già, è stata proprio una malaugurata circostanza l’uccisione del “terrorista” peraltro già noto da tempo alle forze dell’ordine…
    a pensar male si fa peccato, diceva qualcuno, ma molto spesso ci si indovina.

  3. Alessandro Gentili scrive:

    Caro Piero
    quanto ipotizzi è agghiacciante ma si può comprendere: la ragion di Stato prevale su tutto! Vedi se l’Italia fosse un paese serio Battisti sarebbe stato assicurato alla giustizia da quel di. Francia e Israele insegnano . . . Non sarebbe stato difficile ricongiungerlo a quelli che lui ha spedito al Creatore. Ma oggi i servizi segreti si chiamano intelligence, cioè stupidaggini inutili . . ..
    Quello che non mi spiego è come mai i terroristi islamici in Italia non fanno attentati. Un motivo è sicuramente perchè -a differenza della Francia- lo stato non li organizza. Un altro è la nostra magistratura che assicura loro impunità sempre e comunque. Infine le ridicole espulsioni che agevolano i terroristi nel ridarsi nuova identità e rientrare tranquillamente in tutta Europa scrollandosi di dosso quei quattro fessi che si ostinano a combattere il terrorismo.
    Poveri noi!

    • Piero Laporta scrive:

      quadro allarmante, tanto più perché veritiero

    • Stefano Rolando scrive:

      .tutto condivisibile,aggiungerei una cosa:Berlusconi aveva cercato (e trovato,facendo meglio di tutti gli altri che ci avevano provato invano) un accordo con Gheddafi che avrebbe portato benessere e pace,ma qualcuno si sentiva penalizzato o quantomeno non accettava che l’Italia fosse la maggior favorita e pensò bene di mandare tutto all’aria per ricominciare la partita da una posizione migliore.Perchè gli arabi dovrebbero avercela con noi?

  4. Luciano Faraon scrive:

    L’uccisione dell’attentatore ha trasformato un automa programmato della manipolazione mentale utilizzatata in tutti i gruppi o sette deviate dalla libertà di autodeterminazione in un martire a cui andrà un premio di 70 vergini da deflorare!
    Fino ache le donne mussulmane accetteranno di essere inferiori al maschio non ci sarà libertà nè parità tra esseri che per Dio hanno pari dignità e valore.
    Ciò conforme a quanto scritto nella Bibbia, nella nostra Costituzione e nella dichiarazione universale di deriti dell’uomo e della CEDU
    Buon Natale avv. Luciano Faraon

  5. Armando Stavole scrive:

    Da quando fu ucciso Mussolini senza nemmeno un processo sommario ad altri famosi: Bin Laden e Gheddafi, giu’, giu’ fino a dei semplici lupi solitari che scattano a comando e ben noti a chi di dovere, ho incominciato ad avere dei brutti pensieri cinici…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *